ADRENALINA: “Volare sull’ acqua”

“Lo sci nautico è uno sport unico” – giura chi lo pratica; in effetti è uno sport in cui si mescolano sole, acqua, adrenalina e competizione e, quando questi elementi si incontrano, è impossibile non divertirsi. Per saperne di più abbiamo intervistato Greta Tagliati, giovane campionessa di 16 anni, che ha già idee molto chiare riguardo al suo futuro di sciatrice.

AUTORE

Federico Orsini

Greta, sei molto giovane ma hai già vinto vari titoli.

Ho iniziato a sciare quando ero molto piccola grazie ai miei genitori, e cinque anni fa sono entrata nella Federazione cominciando ad allenarmi a livello agonistico. Adesso mi alleno al Parco del Tevere Extreme sulla Flaminia, che è all’avanguardia, e sono vicecampionessa in Europa e prima a livello Nazionale, mentre quest’anno ho partecipato al mondiale under 17 nel quale sono arrivata decima, ed è stata una grande gioia.

Cosa ti piace di questo sport?

Tutto. Mi piace quando sto in acqua e l’adrenalina che mi dà non solo durante le gare ma anche prima, quando sto sul pontile e cerco di concentrarmi il più possibile. Poi essendo pochi in questo sport, rispetto al calcio o al tennis, ci conosciamo tutti, anche fuori dall’Italia; questo contribuisce a creare armonia e amicizie anche durante le gare.

Andiamo nel dettaglio: vi sono più discipline nello sci nautico? Ne pratichi una in particolare?

Lo sci nautico è diviso in tre settori: Classiche, Wakeboard e Piedi nudi. Il primo, che poi è quello che faccio io, si divide a sua volta in tre: Slalom, Figure e Salto. Lo Slalom consiste nel passare tra le boe a una certa velocità. Una volta completato il campo e raggiunta la velocità massima (che nelle donne è di 55 km/h) si accorcia la cima aumentando la difficoltà. Figure invece, dove per due anni di seguito sono arrivata seconda agli Europei, consiste nel fare, appunto, un programma di “figure”: salti, acrobazie, flip e capriole sfruttando l’onda creata dalla barca; chi accumula più punti vince. Veniamo al Salto: a velocità sostenuta bisogna prendere una pedana rialzata e chi, saltando, arriva più lontano vince. Il Wakeboard come curva di apprendimento è più semplice e si usa più per il freestyle. Piedi nudi invece è identico alle Classiche ma si fa, appunto, a piedi nudi.

Quanto ti alleni?

Molto: da marzo a novembre passo quasi tutti i pomeriggi al lago, poi d’inverno vado a Orlando per un mese ad allenarmi; qui il clima è caldo e ci sono molti laghi attrezzati per lo sci. In più faccio anche una costante preparazione fisica perché in questo sport servono molta forza e resistenza.

A chi volesse provare lo sci nautico cosa consiglieresti di fare?

Come ho già detto con il Wakebord l’approccio è più facile; credo però che le discipline che faccio io, le classiche, siano più adrenaliniche. Consiglierei di iniziare con un doppio sci che sicuramente dà più stabilità e sicurezza.

Programmi per il futuro?

Ora mi sto preparando per i Mondiali Under 21 che per me, a 16 anni, sarebbero un grande traguardo; dopo la scuola mi piacerebbe andare a studiare negli USA dove all’università ti consentono di seguitare ad allenarti, cosa che in Italia non succede.

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Federico Orsini

Greta, sei molto giovane ma hai già vinto vari titoli.

Ho iniziato a sciare quando ero molto piccola grazie ai miei genitori, e cinque anni fa sono entrata nella Federazione cominciando ad allenarmi a livello agonistico. Adesso mi alleno al Parco del Tevere Extreme sulla Flaminia, che è all’avanguardia, e sono vicecampionessa in Europa e prima a livello Nazionale, mentre quest’anno ho partecipato al mondiale under 17 nel quale sono arrivata decima, ed è stata una grande gioia.

Cosa ti piace di questo sport?

Tutto. Mi piace quando sto in acqua e l’adrenalina che mi dà non solo durante le gare ma anche prima, quando sto sul pontile e cerco di concentrarmi il più possibile. Poi essendo pochi in questo sport, rispetto al calcio o al tennis, ci conosciamo tutti, anche fuori dall’Italia; questo contribuisce a creare armonia e amicizie anche durante le gare.

Andiamo nel dettaglio: vi sono più discipline nello sci nautico? Ne pratichi una in particolare?

Lo sci nautico è diviso in tre settori: Classiche, Wakeboard e Piedi nudi. Il primo, che poi è quello che faccio io, si divide a sua volta in tre: Slalom, Figure e Salto. Lo Slalom consiste nel passare tra le boe a una certa velocità. Una volta completato il campo e raggiunta la velocità massima (che nelle donne è di 55 km/h) si accorcia la cima aumentando la difficoltà. Figure invece, dove per due anni di seguito sono arrivata seconda agli Europei, consiste nel fare, appunto, un programma di “figure”: salti, acrobazie, flip e capriole sfruttando l’onda creata dalla barca; chi accumula più punti vince. Veniamo al Salto: a velocità sostenuta bisogna prendere una pedana rialzata e chi, saltando, arriva più lontano vince. Il Wakeboard come curva di apprendimento è più semplice e si usa più per il freestyle. Piedi nudi invece è identico alle Classiche ma si fa, appunto, a piedi nudi.

Quanto ti alleni?

Molto: da marzo a novembre passo quasi tutti i pomeriggi al lago, poi d’inverno vado a Orlando per un mese ad allenarmi; qui il clima è caldo e ci sono molti laghi attrezzati per lo sci. In più faccio anche una costante preparazione fisica perché in questo sport servono molta forza e resistenza.

A chi volesse provare lo sci nautico cosa consiglieresti di fare?

Come ho già detto con il Wakebord l’approccio è più facile; credo però che le discipline che faccio io, le classiche, siano più adrenaliniche. Consiglierei di iniziare con un doppio sci che sicuramente dà più stabilità e sicurezza.

Programmi per il futuro?

Ora mi sto preparando per i Mondiali Under 21 che per me, a 16 anni, sarebbero un grande traguardo; dopo la scuola mi piacerebbe andare a studiare negli USA dove all’università ti consentono di seguitare ad allenarti, cosa che in Italia non succede.

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