BULLI STOP: “Leo Gassmann”

Leo Gassmann: la piaga del bullismo si combatte con l’amore e l’ impegno quotidiano. La musica può fare la sua parte

 

Un cognome “ingombrante” che non gli ha creato alcuna soggezione e una storia familiare che fonda le sue radici nell’Arte cinematografica, ma su di lui è stata la musica a farla da padrona: è Leo Gassmann, figlio di Alessandro e nipote del maestro Vittorio. Il battesimo col grande pubblico c’è stato con la partecipazione a X Factor dove è stato eliminato in semifinale. Molto attivo sui social media e ormai lanciato nell’oceano della musica, Leo Gassmann ha molto a cuore il fenomeno del bullismo e della violenza, crescente, tra i giovani e i giovanissimi.

Cosa ti ha spinto ad appoggiare l’iniziativa di BulliStop?

Appoggio BulliStop dai tempi del liceo. Il fenomeno del bullismo è una delle piaghe più grandi e meno affrontate nei giorni di oggi. Ciò che mi ha spinto a sostenere questa iniziativa è stato certamente l’obbiettivo che si pone, ma soprattutto il cuore e l’anima che vengono messi per creare qualcosa di giusto. Dare voce a questo tipo di iniziative è un percorso catartico sia per noi che per gli altri.

La musica può dare un contributo per contrastare questo odioso fenomeno? E come?

La musica è uno strumento di pace. È un’arma di pace. Certamente può servire per affrontare e sconfiggere la piaga del bullismo ma da sola non basta. Tutti noi nel nostro piccolo, qualsiasi passione o sogno che abbiamo, dovremmo impegnarci quotidianamente alla lotta contro il bullismo e a tutto ciò che possa fare bene al prossimo. Io sogno, provo a sognare un mondo migliore di questo. Non che sia un mondo sbagliato, ma ha tanti difetti e come tutte le cose vanno risolti insieme

Il bullo/a, così come il cattivo dei film o delle fiction, ha un suo fascino perverso che spesso mette in ombra il “corretto” il quale, solo alla fine dei giochi, riesce ad emergere come figura vincente. Non pensi possa essere un approccio sbagliato da parte degli autori?

Cicerone diceva che bisogna lodare anche la mente del malvagio. Tuttavia, questo non è il caso del bullo. Personalmente penso che i bulli vadano compresi perché sono dell’idea che alla violenza non si possa rispondere con altrettanta violenza. I bulli, nella maggior parte dei casi, sono umani come noi, hanno sofferto e probabilmente non hanno mai ricevuto l’amore e, se lo hanno ricevuto, non hanno mai imparato ad accoglierlo. Spesso quando si sbaglia si crede di essere soli e quindi si pensa che sia meglio continuare il proprio percorso, senza mai fare un passo indietro. Dovremmo avere la pazienza di recuperare queste anime peccatrici e portarle sulla retta via. Come? Regalandogli un sogno, regalandogli amore, spiegandogli l’errore.

Che consiglio potresti dare a chi si sente, o lo è realmente, vittima di bullismo? Quale potrebbe essere un’arma a sua disposizione per difendersi?

Amarsi. Se imparassimo ad amare noi stessi, la luce che ci contornerebbe sarebbe talmente forte da scacciare tutta l’oscurità intorno a noi. Parlare. Non avere paura di parlare: qui fuori ci sono persone pronte ad aiutare, come ad esempio BulliStop. Non sentirsi mai soli. Non siamo mai soli, spesso le persone ce lo vogliono far credere perché soli si è più deboli, ma non è così. Il mondo è pieno di brava gente pronta a correre in nostro aiuto.

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