CINEMA: “La valle dell’ Eden”

DI GIANLUCA LIMON

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Si chiamava James Dean, forse ne avete già sentito parlare, ma per chi non lo conosce è uno dei volti che ha fatto la storia del cinema americano, e il suo ruolo da ribelle e affascinante seduttore lo ha reso un’icona del Ventesimo secolo insieme a Marilyn Monroe ed Elvis Presley. Sì, perché una breve e rapida scalata al successo e una tragica e precoce fine (questa in sintesi la sua vita) hanno fatto di questa star di Hollywood una leggenda. Nonostante la sua fama, però, pochi oggi conoscono i suoi film e soprattutto il film che ha segnato il suo debutto dandogli la reputazione di ribelle. Il titolo italiano di questa pellicola uscita nel 1954 è La valle dell’Eden e già all’epoca – oggi lo è senz’altro – venne considerata un capolavoro. La vicenda che racconta è molto emozionante. Si tratta infatti di una rivisitazione dell’episodio biblico di Caino e Abele e della rivalità tra i due fratelli, che si consuma dopo che Adamo ed Eva erano stati cacciati dai giardini dell’Eden. Tutto si ambienta nel clima della Prima guerra mondiale, poco prima dell’entrata in guerra degli Stati Uniti nel 1917. James Dean interpreta Cal, il figlio incompreso (Caino), che vive soffocato all’ombra del fratello Aron (Abele). In questo clima i due si trovano a contendersi l’affetto del padre, un uomo severo e indurito dalla propria devozione religiosa.

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I due ragazzi crescono senza la presenza della madre, che li abbandona ancora piccoli. Aron cresce secondo gli insegnamenti paterni e lo rende fiero, mentre Cal sembra crescere nel verso opposto, ribellandosi a ogni imposizione. Ma quella che sembra pura ribellione è in realtà una ricerca di verità nell’ipocrisia che circonda la sua vita. Dopo che il padre ha perso tutto facendo cattivi investimenti, Carl è deciso a recuperare i soldi perduti dal padre. Riottenuti i soldi andati persi investendo sulla guerra, Cal li consegna al padre che si rifiuta di accettarli in quanto frutto di speculazione e quindi impuri.

4Nonostante i suoi sforzi, Cal sembra sempre essere dalla parte del torto anche quando in realtà è il padre a essere troppo ottuso per capire il figlio, che a questo punto si sente distrutto e convinto di avere un’indole malvagia. Offuscato dalla rabbia, si scaglia contro l’altro fratello, ma il litigio ha ripercussioni sul padre, il quale per il dolore viene colpito da un ictus. Mentre Aron parte per la guerra, Cal resta con il padre, il quale, ormai paralizzato, solo a questo punto capisce il grande amore del figlio per lui. Tutto il film è, nel suo sviluppo, avvincente e appassionante: si incentra infatti sulla vita adolescenziale di due ragazzi che tra l’altro si trovano a contendersi l’amore di una ragazza. E quello che alla fine insegna il film è quanto a volte sia difficile dire cosa sia buono e cosa cattivo…

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