COPERTINA LEI:”Valentina Rytsola”

Studentessa di origine finlandese, Valentina, nonostante le sue origini, porta dentro di sé il calore della Capitale, città che la affascina forse perché riconosce nella vitalità delle sue strade la stessa energia che contraddistingue la sua personalità. Ballerina per passione, parla 4 lingue e sogna un futuro nel mondo delle Pubbliche Relazioni.

 

Raccontaci di te.

Mi chiamo Valentina, ho 23 anni e sono di origine finlandese. Da diversi anni vivo a Roma, città dove ho trascorso l’infanzia prima di trasferirmi a Helsinki. Il mio amore per la Capitale è sempre rimasto acceso e per questo, una volta finito il liceo, sono voluta tornare qua per studiare Scienze Politiche alla Luiss. Ho sempre viaggiato tanto, amo stare a contatto con le persone e le lingue sono una mia passione. Sarà perché con mio padre parlavo il finlandese, con mia madre l’italiano, con gli amici lo svedese e all’estero l’inglese (ride, NdR).

A cosa è dovuto l’amore per questa città e per l’Italia?

Ho sempre saputo che un giorno sarei tornata a vivere a Roma perché, fin da bambina, ho istaurato un legame particolare con questa città. Roma è dinamica, affascinante e al contempo frenetica, ma si vive bene perché ci si sente liberi da qualunque vincolo o catena culturale.

Come si vivono i vent’anni nella nostra epoca?

Più intensamente rispetto al passato. E questo ha i suoi pro e i suoi contro: se da un lato hai tante opportunità di fronte a te, dall’altro sei bloccato dal fatto di avere così tante porte aperte. Ciascuno, in base alla propria personalità, ha la possibilità di diventare ciò che vuole. Amo l’Italia anche per tutto questo: in Finlandia la vita è programmata fin da quando sei bambino, mentre qui hai più opportunità di esprimerti con i tuoi modi e tempi.

Quali sono i tuoi obiettivi a breve termine?

Ho in programma di trasferirmi in Spagna per frequentare un master in Public Relations. Avendo l’opportunità di cambiare città con così tanta facilità mi sembra uno spreco restare ferma.

Come vivi questo continuo viaggiare in solitaria?

Sono sempre stata molto indipendente, quindi non mi spaventa l’idea di spostarmi e contare solo sulle mie forze. Qui a Roma, per esempio, mi sono trovata bene a vivere da sola anche se, ovviamente, so di avere il sostegno dei miei genitori, seppur a distanza.

Cosa dicono gli altri di te?

Mi descrivono come una persona pragmatica, buona e affettuosa ma allo stesso tempo dal carattere fumantino.

Se potessi cambiare qualcosa nel mondo cosa modificheresti?

Dovendo immaginare una rivoluzione su larga scala, modificherei il cambiamento climatico. Si tratta, infatti, di un argomento a cui tengo molto, che è stato oggetto anche della mia tesi di laurea: credo che sia un tema troppo sottovalutato nonostante la sua importanza per le generazioni future. Mi piacerebbe, poi, poter controllare anche l’evoluzione tecnologica: siamo arrivati a un punto di non ritorno dove i media guidano le nostre vite e le guerre non si combattono più solo via terra, ma anche in una quarta dimensione intangibile e ormai fuori dal nostro controllo.

Che nome daresti a questo capitolo della tua vita?

Ego e libertà. Inutile negarlo: a vent’anni si è concentrati su se stessi. È il periodo in cui capisci chi sei, chi vuoi essere e cosa vuoi fare della tua vita. Io sono sempre stata più attenta agli altri che a me. Ora sento che è arrivato il momento di prendersi sul serio, conquistarsi i propri spazi e costruirsi un futuro.

Come si vivono i rapporti alla tua età? La gelosia che ruolo gioca nelle relazioni?

Facciamo parte di un mondo pieno di stimoli e che, soprattutto, si è spostato sulla sfera virtuale. Viviamo attaccati allo smartphone, schiavi di internet e del sistema foto-commento-like. Siamo costantemente bombardati da informazioni fuori dal nostro controllo e questo ci rende impotenti.La gelosia, in questo caso, diventa spesso la risposta più comune e facile da parte dei più deboli e insicuri, che rispondono a questo assalto di informazioni con una necessità di controllare compulsivamente la vita degli altri fino al punto di stare loro stessi male.

Dove ti immagini tra dieci anni?

Non riesco a proiettarmi così avanti nel futuro. Spero di aver trovato un lavoro in Europa che mi faccia viaggiare, che stimoli la mia curiosità e chissà, magari, di aver costruito una famiglia.

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