EDITORIALE: il direttore Armando de Angelis

IL DUBBIO

 

Se sono contrario alla pena di morte non è perché determinate persone non la meritino e nemmeno per un mio ideale politico o religioso. Sono contrario perché la storia ci ha insegnato che non c’è, non ci fu e non ci sarà mai al mondo un uomo che non sbagli mai; pertanto, dare ad un giudice la facoltà di comminare la pena capitale (anche il giudice è un uomo, anche lui può sbagliare) è inconcepibile perché, come cita il nostro diritto penale, in dubbio pro reo. Vale a dire: meglio un delinquente libero di un innocente in galera.

Stiamo attraversando un periodo difficile, nel quale ci vengono indicate “certezze” difficili da verificare (ergo: non tanto certe), poiché basate su dati oggettivamente contrastanti. I dubbi crescono: a cosa credere? A cosa non credere?

Prendiamo la famosa (e ormai anche famigerata) transizione ecologica. C’è chi dice che il cambiamento climatico è causato dall’uomo; sulla base di questa “certezza”, è giusto pagare pegno (noi homo sapiens dobbiamo fare penitenza): hai un’auto “Euro 2”?  Non puoi più circolare.  Hai una casa di classe energetica “G” (25.000.000 di abitazioni in Italia appartengono a tale classe)? Non puoi affittarla né venderla; a meno che non spendi tra i 50 e i 100 mila euro per adeguarla alla Classe E sino ad arrivare negli anni a seguire, sborsando l’inimmaginabile, alla classe “A”, come vorrebbero le nuove regole UE: infissi nuovi, cappotto termico, caldaia a zero emissioni, pannelli fotovoltaici…

Così, mentre le “regole” ci inducono ad azzerare tutto il nostro patrimonio immobiliare, ci viene imposto nel contempo di buttare televisori e decoder perché con il nuovo Digitale Terrestre i vecchi apparecchi non sono più compatibili. E, per indorare la pillola, gridano: “Siate felici, da oggi vedrete i programmi in HD!”. Tutto questo si traduce (si tradurrà a breve) con 60 milioni di “pezzi”, tra televisori e decoder perfettamente funzionanti, buttati via. Tonnellate di plastica, di metalli più o meno pesanti, insomma roba che inquina. Inquina più delle case “inadeguate”. Come dire: non inquinare di qua ma, per favore, inquina di là…!

Vado avanti con le “certezze”. Ci han detto che non vaccinandoci avremmo rappresentato un pericolo per gli altri; poco dopo un’autorevole rappresentante di Pfizer (una delle multinazionali farmaceutiche produttrice del vaccino anti-Covid) ammise di fronte al mondo che i vaccini non sono mai stati studiati per limitare o bloccare la trasmissibilità. Così abbiamo appreso, tutti, che chi si vaccina può comunque contagiare restando, quindi, “pericoloso”. Dalle certezze (fragili e cangianti) alle incertezze; quelle nostre: di chi dobbiamo fidarci? Senza vaccino siamo o non siamo “pericolosi” per gli amici, i vicini, i passanti? Se si sciolgono i ghiacciai è colpa della mia diesel “Euro 3”? Ci piacerebbe o no evitare che il clima cambi?

Si, ci piacerebbe, ed è proprio questo che ci rende persone straordinarie. Perché, allora, accettiamo tutte queste contraddizioni senza porci dubbi leciti? Siamo forse stupidi, facilmente ingannabili? Non potrebbe essere, per esempio, che il clima cambi perché la Terra si avvicina sempre più al sole e l’asse terrestre si inclina di anno in anno, variando tutti gli equilibri finora esistenti? Un’era glaciale nel remoto passato già ci fu; responsabilità umana? No, noi non c’eravamo ancora.

Insomma, chi ha ragione? E perché è importante saperlo? Prima di rinunciare alle nostre case, prima di considerarci pericolosi “untori” dobbiamo imparare ad utilizzare il metodo della PLAUSIBILITÀ. Spiego: è plausibile che siamo ancora vivi grazie al vaccino, ma è parimenti plausibile che il virus sia mutato naturalmente e il merito, ne consegue, non è tutto dei vaccini. Ancora: è plausibile che siamo noi (i nostri fumi) la causa dei cambiamenti climatici, come è plausibile che è la natura stessa, la Terra con le sue “fasi” che si riscalda o si raffredda periodicamente.

Fidarsi troppo delle certezze che certezze non sono può portare chi siede ai piani alti ad ingannarci; l’abbiamo provato spesso, nel passato. Se, invece, prima di accettare tutto a scatola chiusa cercassimo comunque di non sporcare, non inquinare nel nostro piccolo, evitando di uscire quando siamo febbricitanti, per una semplice, banale e sempreverde forma di rispetto, forse potremo seguitare a vivere egregiamente, tutti insieme, sul nostro caro vecchio pianeta.

Ciò che è plausibile non è una granitica certezza. Le granitiche certezze, spesso, nascondono intenzioni poco trasparenti. Solo il tempo, e la ricerca (la scienza si muove, la scienza con il passare degli anni ha spesso contraddetto sé stessa), potrà svelarci la verità. Una volta si credeva che le donne ribelli fossero streghe e che l’autoerotismo provocasse la cecità per non dire che, nel 1934 un intellettuale assai apprezzato dal regime, Hans Weinert, scrisse: “Ci troviamo all’inizio di una nuova epoca, l’uomo stesso riconosce le leggi del vivente che lo modellano individualmente e collettivamente; e lo Stato nazionalsocialista si è dato il diritto per quel che è in suo potere, d’influenzare il divenire umano come esigono il benessere del popolo e dello Stato”. Pochi anni prima, in un fortunatissimo manuale di “igiene razziale”, scienziati di fama come Eugen Fischer, Erwin Bauer e Fritz Lenz, definiscono Hitler come il “grande medico tedesco”.

Il tempo, gli anni hanno confutato queste “certezze”.

Dobbiamo imparare ad essere più coraggiosi e di evitare di comportarci come ciechi: prima di abbandonare le nostre case, prima di gettare in discarica tonnellate di televisori, prima di accettare controsensi e l’inaccettabile, dobbiamo sicuramente comportarci civilmente e rispettare le regole ma sempre camminando a braccetto con il dubbio.

Sarà, senza dubbio, meglio per tutti.

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