ENTREPRENEUR:”Alessandra e Sabrina Baldi”

ALESSANDRA E SABRINA BALDI: “CON ENNIO SHOES VI FACCIAMO LE SCARPE DA QUATTRO GENERAZIONI”

Grandi o piccole, “storiche” o “start-up”, le imprese del Belpaese fatturano passione. Vale anche per quelle che hanno scelto Be Different per farsi conoscere e riconoscere. In questa rubrica diamo la parola a quegli uomini e quelle donne che, insieme, portano avanti l’Azienda Italia.

Di Alessandra Giancola

Diceva la divina Marylin “Date ad una donna le scarpe giuste e lei conquisterà il mondo”. Di scarpe, le nostre protagoniste se ne intendono eccome. Conosciamo Alessandra e Sabrina Baldi, figlie di Ennio, che ebbe l’intuizione di aprire l’omonimo negozio di calzature nel 1959, in quel tratto di Via Flaminia che venne all’epoca chiuso per la costruzione del Villaggio Olimpico. Una scommessa azzardata per un ventiseienne, il cui coraggio è stato nel tempo ripagato. Ennio Shoes è ancora qui e, da ben 62 anni, soddisfa le richieste di tutta Roma nord, rispettando le tre regole tramandate da Ennio: prodotti di massima qualità, artigianalità, cordialità. Alessandra e Sabrina ci svelano i segreti del successo sempre crescente dell’azienda di famiglia.

Ragazze, facciamo un salto nel passato. Raccontiamo gli esordi di Ennio Shoes.

Nostro padre Ennio, dopo aver accumulato anni di esperienza nel settore delle calzature, decise di mettersi in proprio nel lontano 1959. Individuò un locale a due passi da Ponte Milvio, nel cuore di Roma, e lo inaugurò. Nacque tra mille difficoltà Ennio Shoes, un negozio di scarpe per tutta la famiglia. Purtroppo quel tratto di strada venne chiuso proprio poco dopo l’inaugurazione del negozio, per agevolare i lavori di costruzione del Villaggio Olimpico, in vista delle Olimpiadi del 1960. Nostro padre non si perse d’animo e, grazie all’appoggio incondizionato di Maria Teresa, un’aiutante sedicenne che avrebbe dovuto lavorare solo per un mese e poi riprendere gli studi, tenne aperta comunque l’attività. La sua tenacia venne premiata. Il negozio decollò e sbocciò anche l’amore con Maria Teresa, nostra madre, che sarebbe durato un’intera vita. I clienti si affezionarono a quella giovane coppia, così unita e cortese e il passaparola fece il resto. Ennio offriva prodotti di ottima fattura, considerata l’epoca, e riusciva ad accontentare tutti. I suoi dipendenti erano soliti dire che, durante la stagione dei saldi, iniziavano “i miracoli a Roma” (parafrasando il noto film di Vittorio De Sica “Miracolo a Milano”).

Come si è evoluta l’azienda negli anni?

Dal 2001 noi gestiamo il negozio, sotto lo sguardo sapiente di mamma. Teniamo fede alle linee guida che ci ha lasciato papà: ambiente familiare e cordiale, attenzione massima nella scelta dei materiali, nel rapporto qualità/prezzo e nella cura del cliente. Queste accortezze ci permettono di “sopravvivere” da 62 anni e siamo diventati uno storico punto di riferimento per Roma nord.  Le persone ci scelgono perché da noi trovano calzature per ogni età, che spaziano da articoli artigianali ai marchi più in voga del momento. Unitamente al vasto assortimento, l’empatia è fondamentale. Non risparmiamo mai in sorrisi, chiacchiere e consigli perché il cliente è “uno di famiglia”. Per questo motivo resistiamo all’e-commerce. A dispetto delle enormi difficoltà dell’ultimo anno, il team di Ennio Shoes è convinto che niente può sostituire il rapporto “vis a vis” e, soprattutto, una scarpa va necessariamente toccata e provata. Noi ci siamo adeguati a tutte le norme di sicurezza igienico-sanitarie previste e i clienti entrano e sostano in negozio con serenità.

Cosa vi augurate per il futuro di Ennio Shoes?

Il nostro personale augurio è quello di continuare così, tenendo alto il nome di papà e proseguendo con la gestione familiare dell’attività. I clienti ci stanno gratificando molto e ci inviano continui segnali di affetto e vicinanza, nonostante tutto il settore sia in sofferenza. La nostra più grande gioia e soddisfazione è quella di incontrare qui i figli e i nipoti dei primi clienti di papà… Questa è la dimostrazione tangibile di come, a dispetto di qualunque crisi economica o pandemia, la passione sincera e l’impegno nel lavoro abbiano sempre la meglio e conducano le nostre sorti professionali verso il classico lieto fine.

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