Novità: “iPratico”

Dalla teoria… alla pratica? No, iPratico

Le grandi idee, quelle che all’inizio passano inosservate e che sembrano destinate a restare nei discorsi degli “addetti ai lavori” domani – anzi, oggi – diventano una lampadina accecante che illumina e grida “Eureka”. Per esempio iPratico. Ci racconta tutto Alessandro Bertini.

 

Teoria e pratica. C’è differenza? Forse non troppa. La “teoria” sono tutti quei momenti (capita la mattina mentre ti lavi i denti o a notte fonda quando ti rigiri nel letto) nei quali progetti, inventi, disegni idee, costruisci intere città convincendoti che volendo – volere è potere, si dice così no? – tra un mese, tra due settimane, domani o tra un’ora… detto fatto, la tua idea è qui, la vedi, la tocchi. La vedono tutti e tutti la possono sfruttare, portare a casa.

C’erano una volta Steve Jobs, Thomas Edison, Bill Gates, Benjamin Franklin, Bell, Meucci, l’ingegner Diesel e l’ingegner Porsche… Una volta, ieri e oggi. Oggi, domani e sempre.

Una volta sola? Macché, due, dieci, centomila. Milioni di idee davanti alla tazzina o sotto le coperte. Poi arriva il momento che un’idea la fermi, te la appunti, la “racconti” e la rendi operativa.

C’era una volta – e c’è ancora, meno male – un ragazzo che… Ragazzo? Beh per la verità ha 42 anni ma la “ragazzitudine”, si sa, non è direttamente proporzionale alle candeline spente nel tempo.

Dipende anche dalle idee di ciascuno di noi; dal curriculum. Il ragazzo di oggi è Alessandro Bertini. Ragazzo e uomo della notte, intanto. Le notti romane, quelle che contano, quelle che ci hanno fatto divertire, sognare, amare. Lui è uno dei fondatori (1998) del Gruppo en:joy; chi conosce la Roma degli eventi di stile sa di cosa parliamo.

Ma ora con Alessandro parliamo d’altro. Parliamo di iPratico. Un altro pianeta? Niente affatto, e quest’intervista lo dimostra.

Sei da cinque anni responsabile commerciale di iPratico; puoi dirci di che parliamo… praticamente?

“Potrei rispondere con una sola parola: App. Ma così non basta, si rischia di andare fuori strada anche se – in effetti – è anche e soprattutto una app, 100% nativa Apple. Cerco di andare con ordine: nel 2007, ormai 13 anni fa, non c’era l’iPad (e i tablet in genere) e l’iPhone “corrente”, il 2G, era venduto solo in America. Il 2007 è l’altro ieri ma, tecnologicamente parlando, siamo ancora all’epoca delle Guerre Puniche. In quei giorni Domenico Palmisani, imprenditore ed inventore del sistema DrinkCard per le discoteche e attuale Founder e Ceo di iPratico si mise ad osservare l’iPhone – e le app –  come farebbe un bambino che entra per la prima volta in un luna park. Ne restò folgorato e si convinse che i registratori di cassa così com’erano concepiti non potevano, e non dovevano, durare. Proprio a lui, non a caso, i gestori dei locali chiesero l’ideazione di un sistema più intelligente, proattivo, agile. Da cosa nasce cosa: nel 2009 Palmisani dette vita alla sua prima app per stampare scontrini calcolando il “conto” sull’iPhone, un anno e mezzo prima che Apple presentasse AirPrint”.

Prima di proseguire consentimi un’osservazione: Apple è parte integrante di questa storia?

“Affermativo: la mela di Cupertino è rigorosamente presente nelle tavole dei ristoranti e dei locali italiani che hanno abbracciato l’idea iPratico. D’altronde già il nome lo conferma no? Vado avanti: nel 2010 arrivò l’iPad, ennesimo coniglio uscito dal cilindro magico di Jobs. Palmisani ci mise un secondo a capire che quella poteva essere la prima pagina di una storia tutta da scrivere: l’iPad, il tablet, poteva e doveva sostituire il personal computer di cassa. Detto fatto: nel settembre 2010 alla SMAU di Milano fu presentata la prima applicazione gestionale al mondo – ovviamente su AppStore – per la ristorazione. Un matrimonio, quello con la Mela, di quelli indissolubili: a luglio 2017 diventiamo il primo e unico business-partner italiano di Apple per lo sviluppo di soluzioni native IOS. Oggi siamo partner di WindTre, Vodafone e Poste Italiane, e il nostro “gestionale” è visto come il più evoluto di sempre. Nell’ultima release della app abbiamo inserito la funzione “conversazionale”: il cameriere dialoga col suo dispositivo come farebbe con un collega. 

 

In termini pratici (non potevamo esimerci dall’usare quest’espressione) iPratico gestisce il locale con la filosofia della Mela; e non è poco, perché significa badare ad ogni aspetto della “vita” del ristorante: menu, ordinazioni, magazzino, adempimenti fiscali, pagamenti. 

Dallo scontrino al magazzino, dal tavolo alla… nuvola. Sì, il Cloud: con iPratico il ristoratore potrà controllare ogni movimento, anche il più minimo, da remoto. Sei in barca, a mille miglia dal lavoro? Quando vuoi rientri nel tuo locale.

Oggi in Italia circa seimila aziende hanno scelto iPratico. E all’estero? Anche fuori confine le premesse sono ottime.

Ultima domanda: da en:joy, dalle notti glamour della movida sei passato a iPratico. C’è qualche punto di contatto o si è trattato di chiudere un capitolo che non ti andava più di… leggere?

“Vidi in azione iPratico proprio lavorando nel mio vecchio settore: ero all’Osteria delle Coppelle e mi resi conto che anche per le notti che io in qualche modo “gestivo” quello era un ottimo strumento per rendere tuto più agile. Sono entrato nel Gruppo nel 2015 per implementare la rete commerciale, una rete sviluppatissima nell’Italia del nord e ancora timida nel centro-sud. Ho iniziato da Roma dove, grazie anche alle mie conoscenze tra gli imprenditori con cui ho lungamente collaborato, sono riuscito in due anni a totalizzare 450 installazioni. Oggi il Gruppo conta 55 dipendenti, 18 rivenditori, 7 area manager e siamo “distribuiti” dagli Apple Premium Reseller.

A proposito del capitolo chiuso… Diciamo che tutti i capitoli entrano nel libro della nostra vita. Bisogna leggerli, divorarli, non puoi saltare le pagine. Ora sono qui, la lettura mi appassiona; questo è tutto”.

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