RITRATTO DI DONNA: “Giulia Orsolini”

“Le donne cha hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza”. Sono parole di Rita Levi Montalcini che oggi, nell’epoca dei selfie, dei ritocchi e dell’immagine al di sopra di tutto sembrano cadere nel vuoto. Fortunatamente non è per tutte così: in ogni numero vi presenteremo alcune donne che hanno idee, progetti, passioni. Più che apparire fanno; più fanno e più sono donne. Una di queste si chiama Giulia Orsolini.

 

A casa di Giulia

 

Nata nel 1987 e cresciuta a Vignanello (VT), paese di cinquemila anime o poco più, Giulia Orsolini, se fossimo negli Anni 50, potremmo definirla una donna tutta casa e… casa. Sempre ammesso (e non concesso) di salire in una macchina del tempo e “atterrare” nel 1951, ‘55 o giù di lì.

Non è così: Giulia, 32 anni, non è propriamente una regina della casa come si solevano definire le “brave ragazze” sessant’anni fa.

Ma la casa ci sta. Quella di Giulia e tutte le altre, la mia, la tua, la sua; le nostre. La casa che dobbiamo cambiare o ristrutturare: buttare giù un muro, ripensare la cucina, dare più “respiro” alle finestre … Perché la casa non è una “tana” nella quale rifugiarsi per fuggire i predatori. Nido? In parte sì: non abbiamo ancora imparato a batter le ali (che neppure possediamo) ma dedichiamo la stessa meticolosità, la stessa passione e – perché no – la stessa fatica dei volatili per metter su casa. Ogni dettaglio deve parlare di noi. Parquet, mattonelle o “gres”? E gli infissi? E la luce? Bisogna ragionare e anche litigare con “lei” o con “lui” che non vuole quel colore, non vuol saperne di quella rubinetteria o quel box doccia.

Come se ne esce? Anzi, come si… entra a casa nostra? Facendosi aiutare da qualcuno che di “nidi” ne ha visti nascere e “crescere” centinaia, migliaia. Nome? Orsolini – Cultura della Casa, azienda nata a Vignanello nel 1880. Pavimenti, rivestimenti, bagni, cucine… Siamo di nuovo qui. Di nuovo a casa e – ancora – in quella di Giulia. Perché Giulia è responsabile marketing dell’Azienda; azienda che oggi conta quasi 30 punti vendita in Italia (quattro a Roma).

Giulia si chiama Orsolini; Giulia, pertanto, lavora nell’Azienda di famiglia. È nata in una casa di mille portoni, mille indirizzi. Perché è casa sua ma è anche casa di centinaia, migliaia di italiani (e non solo italiani) che son passati dalle sue parti per scegliere un pavimento, un bagno, un particolare…

È più facile o più difficile lavorare e farsi strada nell’impresa di famiglia? Di più: è stata una scelta libera o un passaggio “automatico”? Quand’era bambina o adolescente sognava di fare altro “da grande”?

“Avrò avuto anch’io quei momenti, come accade a tutte le bambine e le ragazzine, nei quali mi immaginavo un futuro da pilota, dottoressa, maestra, giudice… Ma tant’è: diciamo che nella mia famiglia non è facile scegliere. Ti trovi immersa in questa grande realtà costruita e cresciuta con le idee di tuo nonno, poi di tuo padre… E va bene, lo dico: mi è sembrato naturale che anch’io, anche Giulia Orsolini dovesse avere il suo posto in… Casa Orsolini. La passione? C’era; c’è.

Ha sorvolato la prima parte della domanda…

“Non sorvolo, non sorvolo: lavorare e crescere professionalmente nell’Azienda “di papà” (e del nonno, del bisnonno) non è per niente facile e nessuno ti fa sconti. Per certi versi è anche più difficile; perché ad ogni passaggio generazionale bisogna fare i conti con le resistenze di chi non vuole cambiare rotta, chi cerca di restare attaccato alla tradizione, al “si fa così, abbiam sempre fatto così”. Si discute, talvolta si litiga. Succede, come si dice, anche nelle migliori famiglie”.

Cerchi di tornare ai suoi quindici, venti, ventidue anni… Come le vede le giovanissime d’oggi? Cosa pensa di questa corsa affannosa all’apparire, al “social ergo sum”?

“L’immagine non è prioritaria. Ci sono, è vero, tutte le Chiara Ferragni che han costruito un impero sull’immagine; Chiara e tante altre, tanti altri, han lavorato bene, tanto di cappello. Ma non tutti possono sperare di emulare chi ce l’ha fatta in quel settore. Ho conosciuto tanti giovani in Azienda, nei vari momenti in cui cercavamo personale. Ho notato spesso poca disposizione al sacrificio; per esempio la disponibilità a lavorare di domenica, ad immolare un weekend… Sarò scontata, banale, ma oggi per me non è il caso arricciare troppo il naso”.

Vignanello: lei bambina, poi ragazza figlia di, nipote di, sorella di… cinquemila abitanti a valle e, in cima, il “castello”, l’Azienda che dava e dà lavoro a mezzo paese. Insomma com’è andata? È successo che l’avvicinassero come si fa con un’ereditiera? E che molte amicizie – o amori – si siano rivelate “pelose”?

“No, niente di tutto questo. In paese avevo un cognome ingombrante, ma son sempre stata considerata per quello che ero: una ragazza come tante, da frequentare o meno per le sue qualità, il suo aspetto, il suo carattere. Mia madre mi ha insegnato l’umiltà: sono Giulia, punto e basta. Lavoro e sbaglio, rido e piango come tutti”.

 

Passeranno gli anni, Giulia lascerà Vignanello e si laureerà in Economia a Perugia. Ne passeranno ancora: oggi Giulia Orsolini è responsabile marketing nella sua Azienda (il suo ufficio è a Roma). Azienda e casa.

Durante l’intervista, al telefono, ci siamo dati sempre del “tu”. Trascrivendo gli appunti non ce l’ho fatta, mi son fatto prendere dalla timidezza: io piccolo piccolo (benché ben più avanti di lei negli anni) e Giulia che, parlando, mi apre le porte di una casa che sembra non finire mai.

Le “regine della casa” Anni 50 (per fortuna) non esistono quasi più. È merito anche delle donne; donne come Giulia Orsolini.

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