PROTAGONISTI: ERMINIO SINNI

Erminio Sinni: tra le note della vita, un viaggio musicale senza paracadute

 

Esplorando le armonie dell’anima: Erminio Sinni racconta la sua storia di vita e musica: da Roma alla gloria, tra sfide epiche e inarrestabile passione artistica

 

di Americo Cherubini

 

Erminio, la tua carriera ha inizio a soli 14 anni, quando ti fu diagnosticata una malattia circolatoria. Come hai scoperto la tua passione per la musica?

 

La mia avventura nella musica è iniziata in modo quasi casuale. A causa della malattia circolatoria, mi fu proibito giocare a pallone e guidare il motorino, cambiando drasticamente la mia giovane vita. Mio padre, minatore di professione, mi chiese cosa volessi in cambio del motorino. La mia risposta fu inequivocabile: volevo imparare a suonare uno strumento. Per un caso fortuito, il fidanzato della mia vicina possedeva un negozio di strumenti, e così iniziai a suonare la tastiera. Questo evento ha scatenato la mia passione musicale, aprendo la strada a una carriera che ha plasmato la mia vita.

 

Il tuo percorso ti ha portato a trasferirti a Roma a 18 anni, scappando di casa. Qual è stata la tua esperienza iniziale nella Capitale?

 

Scappare di casa è stata una decisione difficile, ma a Roma ho trovato nuove opportunità. Inizialmente, chiedevo l’elemosina a Via del Corso, angolo Via delle fontanelle, e mi prestavano una chitarra. La svolta avvenne quando mi avventurai in Via del vantaggio, cercando l’opportunità di suonare in un locale al numero 47, dove c’era un bellissimo pianoforte bianco. Chiesi di poter suonare, e così iniziai la mia esperienza nel mondo della musica, aprendo serate per Romano Mussolini.

 

Hai poi partecipato a trasmissioni televisive come il Cantagiro e sei stato coinvolto in progetti discografici importanti. Come è stato questo passaggio dalla scena locale a quella nazionale?

 

Dopo l’esperienza a Campo de’ Fiori, ho continuato a suonare in vari locali, tra cui L’Incontro di Via della penna/Via dell’oca. La mia notorietà crebbe, tanto che Antonio e Marcello iniziarono a fare trasmissioni in Rai dalla Cabala, e mi chiesero di sostituirli. Da lì, iniziarono i miei guadagni e la mia carriera prese il volo. Ho partecipato al Cantagiro nel 1990, e nel 1992, incontrando casualmente Leonardo De Amicis, ho avviato una collaborazione che ci ha portato anche a Sanremo, dove ho suonato al pianoforte di Cocciante. Quell’esperienza è stata indescrivibile.

 

 

Parlando delle tue fonti di ispirazione, come definiresti il tuo stile musicale e quali esperienze hanno influenzato la tua creatività?

 

La mia ispirazione principale è la vita stessa. Ho avuto la fortuna di vivere molte esperienze e di affrontare sfide. La sofferenza è stata una grande maestra, e credo che i momenti difficili stimolino la riflessione. Non ho uno stile musicale ben definito, avendo vissuto a Buenos Aires per quattro anni nei primi anni 2000, dove ho avuto modo di esplorare vari generi musicali. Ogni fase della vita mi ha portato avanti in un percorso di crescita.

 

Hai partecipato a The Voice Senior nel 2020: come hai affrontato questa esperienza, e quale impatto ha avuto sulla tua vita?

 

The Voice Senior è stata un’esperienza bellissima e inaspettata. Mi hanno contattato sui social mentre stavo affrontando il Covid e mi hanno proposto il talent show. È stata un’esperienza intensa, accompagnata dall’affetto del pubblico. Dopo la competizione, ho avuto bisogno di un supporto psicologico per elaborare l’esperienza in cui ho rivissuto i miei 30 anni di carriera. È stata un’esperienza che mi ha riempito il cuore in modo caloroso e autentico.

 

Come descriveresti il messaggio che cerchi di trasmettere attraverso la tua musica e il processo creativo che adotti nella composizione di nuove canzoni?

 

Cerco sempre di trasmettere un messaggio o almeno suscitare emozioni o domande attraverso la mia musica. Penso che la musica sia fatta per dare emozioni o energie. Il mio obiettivo è raccontare qualcosa, cercando di coinvolgere chi ascolta.

 

Guardando al futuro, come vedi l’evoluzione della scena musicale nel corso degli anni, e quali sono i tuoi progetti futuri?

 

Prevedo un’involuzione nella musica, guidata dall’Intelligenza Artificiale che potrebbe condannare il vero valore intrinseco degli artisti: la creatività. Viviamo in un’epoca in cui i trend guidano le classifiche, ma ciò non necessariamente riflette la qualità artistica o culturale. Spero che la musica possa continuare a essere un veicolo di emozioni, e che si possa preservare la spontaneità.

 

Qual è la sfida più grande che hai dovuto affrontare?

 

La sfida più grande è la sopravvivenza. Nonostante sia arrivato quinto in classifica a Sanremo nel 1993, anno in cui ci fu una potentissima Laura Pausini, e nonostante abbia vinto il Premio dato da Domenico Modugno per la Musica più bella e per il testo più bello di tutto quel Festival, venni abbandonato dai miei produttori la sera stessa… Fu un’amara realtà da affrontare. La sfida più grande fu non cadere nella depressione e continuare a credere, e ad avere speranza nel futuro e nei miei sogni. E la storia si ripete, perché nonostante abbia vinto The Voice Senior nel 2020 continuo ad avere le porte chiuse. La mia sfida è questa.

 

Hai mai avuto blocchi creativi, momenti di difficoltà?

 

Ho avuto momenti di difficoltà sotto il punto di vista psicologico ed economico. Ho avuto momenti di inattività, dove volevo smettere e dove avevo smesso di credere in ciò che faccio… Pensavo di essere perso, ma ho avuto fede e attraverso la fede sono riuscito a ritrovarmi, sempre. Mi ritengo una persona molto fortunata perché ho l’affetto delle persone, che non è comparabile con numero dei follower perché è qualcosa che va oltre e ti scalda e circonda, sempre. Me ne accorgo ovunque vado, ed è il più bel gesto che posso ricevere. A Capodanno ho partecipato al concerto di Capodanno a Piazza del Plebiscito di Napoli, dove erano presenti più di 50.000 persone e l’affetto che ho ricevuto mi ha riempito il cuore, anche stavolta.

 

Hai mai pensato di collaborare con altri artisti? Con chi ti piacerebbe collaborare?

 

Mi piacerebbe fare pace con Riccardo Cocciante, che è stato per me come un fratello maggiore. Il nostro rapporto d’amicizia è terminato anni fa e mi piacerebbe rivederlo per abbracciarlo. Lui, una delle più belle voci d’Italia. Mi piacerebbe collaborare con Claudio Baglioni, Fabio Concato, Eduardo De Crescenzo, Francesco De Gregori. Tutti grandi cantautori, artisti e poeti dello scenario italiano. Per me sono stati fratelli maggiori, mi hanno insegnato più loro che la scuola. Sono grato, e sogno la possibilità di poter collaborare con loro.

 

Progetti futuri?

 

Tanti! Ho scritto una canzone sul tema della violenza sulle donne. Che parla di una donna, ma un uomo la canta. Un tema che mi sta molto a cuore, con un messaggio che mi piacerebbe diffondere a tutti. Ritengo che la cosa più importante sia essere uniti. Più ci dividiamo, e più diventiamo nemici di qualcuno.  Il mondo è apertura, bene, bellezza e beneficio.

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