SESSUOLOGO: “Differenze nel sesso tra i sessi”

“Differenze nel sesso tra i sessi. Metterci d’accordo tra biologia e cultura.”

 

Ricorrono nel nostro quotidiano frasi come “gli uomini sono tutti uguali”, “beato chi le capisce le donne”, “l’uomo pensa a una cosa sola”. Ci si riferisce a modelli di pensiero e di comportamento comunemente considerati prerogativa dell’uno o dell’altro sesso, in particolar modo quando si parla di vita sentimentale e sessuale. Stereotipi o effettive differenze biologiche?

a cura del Dott. Daniele Bonanno – Psicologo Sessuologo AISPS Roma

Le neuroscienze individuano differenze anatomiche tra il cervello maschile e quello femminile. Ad esempio in quello femminile vi è un maggiore sviluppo delle aree cerebrali coinvolte in processi emozionali e cognitivi come prendere decisioni o controllare gli impulsi. Nel cervello maschile hanno più spazio le aree responsabili dell’elaborazione di stimoli visivi e della loro connotazione emotiva.

La componente genetica si intreccia tuttavia con i possibili effetti di un ambiente esterno che espone fin dalla nascita maschi e femmine a stimoli differenti. Lo stile di accudimento e l’approccio educativo tendono ad essere differenziati in base al genere. Ciò potrebbe contribuire al diverso sviluppo cerebrale tra i sessi. Soltanto il 10% dei 100 miliardi di neuroni di cui siamo dotati sono connessi dalla nascita, il 90% delle connessioni derivano dall’influenza di famiglia, istruzione, cultura e società.

Un discorso analogo riguarda la risposta cerebrale maschile e femminile agli stimoli sessuali. Ad esempio nell’eccitazione sessuale il cervello femminile risulta molto più attivo di quello maschile. Oltre alle aree responsabili della visione e del tatto si attivano aree deputate alla propriocezione e alla risposta emozionale che nell’uomo restano silenti.

Il coinvolgimento mentale appare quindi più pervasivo nell’eccitazione femminile rispetto a quella maschile. Questi risultati confermerebbero la convinzione comune secondo cui la sessualità femminile sarebbe connessa a fattori emotivi e relazionali mentre quella maschile più immediata e diretta.

Corpo maschile e femminile si caratterizzano nell’anatomia quanto nella fisiologia e nelle componenti biochimiche e ormonali, in modo particolare per quanto riguarda gli ormoni sessuali (androgeni ed estrogeni) e la loro regolazione. Il sistema endocrino maschile segue infatti un andamento lineare mentre quello femminile si organizza nella sua ciclicità. Oltre alle variazioni associate al ciclo mestruale intervengono importanti modificazioni ormonali in caso di gravidanza e allattamento così come nella menopausa. Quanto queste differenze si riverberano sul sesso?

Le ipotesi evoluzionistiche sostengono come le differenze maschili e femminili nel comportamento sessuale derivino dalla diversità di ruoli e implicazioni in ambito procreativo. Fattori biologico-istintivi motiverebbero la ricerca di molteplici partner sessuali da parte del maschio così da aumentare le probabilità di progenie. L’impossibilità di fecondazioni multiple e l’impegnativo coinvolgimento nella gestazione e nel puerperio orienterebbe invece il comportamento femminile verso una più attenta scelta del partner e una maggiore continuità relazionale.

Per quanto plausibili dal punto di vista degli istinti, simili ipotesi finiscono per trascurare come il comportamento umano abbia da tempo abbandonato il determinismo biologico per rispondere a fattori psicologici, relazionali e sociali. La variabilità interculturale osservabile riguardo al sesso e alle differenze di genere ne è di certo una conferma.

Nella stessa cultura occidentale stiamo assistendo ad un graduale sfumare delle differenze e degli stereotipi di genere come riflesso dei mutamenti sociali in atto. Nel mio lavoro è ad esempio sempre più frequente la confidenza di uomini che raccontano di essere alla ricerca di una stabilità affettiva, non prestandosi a incontri di una notte, e di donne che si sentono interessate alla sola frequentazione sessuale. Atteggiamenti meno frequenti in passato o forse semplicemente meno espliciti. Quella che potrebbe apparire come un’inversione di ruoli è semplicemente espressione di una più autentica distribuzione delle differenze intersoggettive. Numerosi studi suggeriscono infatti che la variabilità tra individui dello stesso sesso è maggiore e più significativa di quella tra sessi diversi.

Allora forse non è vero che le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte. Tutti proveniamo dal Pianeta Terra dove l’adesione a modelli stereotipati dell’essere maschio oppure femmina ci ha polarizzati su copioni comportamentali culturalmente indotti. Ne risulta un’apparente dualità che appiattisce il ben più variopinto scenario delle differenze intersoggettive.

Ci troviamo oggi a ripensare i concetti stessi di maschile e di femminile, tenendo conto di una concezione comprensiva e non binaria della realtà umana.

La libera espressione delle rispettive individualità apre un ventaglio estremamente più ricco ed eterogeneo di esigenze, preferenze e comportamenti.

Due mondi che hanno spesso faticato ad incontrarsi possono espandersi in un unico universo dove è più semplice riconoscere nell’altro simmetrie e affinità, non solo sessuali.

 

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