Giacomo Rossi BULLI STOP

BULLI STOP: Giacomo Rossi

GIACOMO ROSSI: “SIATE CORAGGIOSI E ABBATTETE IL MURO DEL SILENZO”

 

Ventiquattrenne, romano, Giacomo fa parte del Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop da diversi anni.  La sua scuola superiore era stata coinvolta in un progetto a tema e da allora lui è sempre rimasto nel Centro. Dopo la Laurea Bulli Stop lo ha selezionato per collaborare a tutti gli effetti.  Ecco la sua storia.

 

Di Alessandra Giancola

 

Giacomo, perché hai scelto di collaborare con il Centro Nazionale Contro il Bullismo?

Mi colpì profondamente un progetto che il mio istituto superiore abbracciò, per sensibilizzare sulla tematica. Purtroppo il bullismo da anni coinvolge, in misure differenti, tutti i ragazzi a partire spesso dalle scuole elementari. Ciò accade perché non si accettano le diversità. In famiglia si apprendono questi comportamenti ma, mentre è quasi impossibile recuperare i genitori, è invece doveroso intervenire sugli adolescenti e i pre-adolescenti le cui personalità, non ancora definite, possono aprirsi a nuove prospettive comportamentali.

Cosa sta organizzando in questo periodo il Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop? Tra i numerosi progetti in atto quale ti sta più a cuore?

Il Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop, come ben noto, è costantemente impegnato nella prevenzione ed il contrasto al bullismo ed al cyberbullismo, con molteplici attività. In questo momento stiamo lavorando per un progetto finanziato dalla Regione Lazio con le risorse statali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il progetto Comunità Solidali 2020 prevede la realizzazione di un Mediometraggio grazie alla collaborazione a titolo gratuito degli alunni di due importanti istituti romani: l’I.s.i.s. Charles Darwin e l’ I.t.i.s Giovanni XXIII. I ragazzi partecipano al progetto con entusiasmo e sono rimasto colpito di quanto abbiano preso a cuore il Mediometraggio, sentendosi parte attiva in quanto giovani che vogliono combattere e prevenire questa piaga sociale.

Partendo dalla tua esperienza di vita, in che modo potresti aiutare una vittima di bullismo?

Il miglior consiglio che posso dare, come confermano tutti gli esperti del settore è: parlatene, parlatene, parlatene. I “sintomi” delle vittime sono inequivocabili; campanelli d’allarme che ho ben conosciuto e che oggi so riconoscere negli altri. Esternare il proprio disagio, come ho fatto io, è già un passo importante verso la fuoriuscita. Il silenzio uccide; non vergognatevi di ciò che state vivendo: per diventare uomini maturi bisogna imparare a rialzarsi e prendere in mano, con forza e determinazione, la propria vita.

 

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