ENTREPRENUER: Simone Rompietti

Simone Rompietti: Il sapore della passione

 

Di Alessandra Giancola

 

Appassionato di ristorazione da sempre, Simone Rompietti è un imprenditore che si è “formato” tra le cucine e i banconi dei locali. Dall’età di 16 anni la sua innata attrazione per il settore lo ha portato a confrontarsi con svariate realtà nazionali ed estere, per carpire i segreti dell’alta cucina e del marketing ad essa legato. Dopo aver gestito dei bar, dal 2016 si dedica esclusivamente, in qualità di unico titolare, al ristorante “Sale Fino”. In poco tempo la sua attività ha guadagnato credibilità e popolarità diventando un punto di riferimento per i romani, estimatori del gourmet.

Simone, a quando risale il suo amore per la cucina?

A quando ero piccolissimo. Provengo da una famiglia dove l’arte e creatività erano di casa ma nessuno, tra i miei parenti, si interessava di cucina. Io invece provavo gioia nel respirare gli aromi che si sprigionavano dai fornelli ed ero incuriosito anche dalla fase preparatoria dei pasti. Crescendo, ho deciso di provare a confrontarmi con la realtà della ristorazione e, a soli 16 anni, oltre a studiare lavoravo come cameriere. In seguito ho fatto anche il barman in diversi locali, anche a Londra, spinto dalla voglia di avere una visione completa del settore, di perfezionarmi e di confrontarmi con i clienti. Sono infatti convinto che, prima di affacciarsi al mondo dell’imprenditoria, si debba maturare esperienza “sul campo”. Ciò è particolarmente importante per chi si occupa di ristorazione. Se non si provano sulla propria pelle i disagi, le difficoltà ma anche i momenti esaltanti che questo lavoro riserva allo staff, non sarà semplice instaurare un rapporto di fiducia e stima con i propri dipendenti. Camerieri, barman, cuochi, aiuto cuochi, lavapiatti, sono il cuore pulsante della mia attività. 

Quindi è questo il valore aggiunto della sua attività: Il legame tra lei e lo staff

Non solo: “Sale fino” è un locale di tendenza, accattivante già nella scelta dell’arredo e dei colori che giocano con le tonalità del grigio, rosso e nero. Il nostro menù cambia radicalmente ogni 4 mesi, seguendo la stagionalità delle materie prime. Puntiamo sull’alta qualità e sulla raffinatezza delle ricette, senza però abbandonare la cultura gastronomica romana. Ad esempio, la pasta fatta in casa ricorda la convivialità dei pranzi di famiglia domenicali. I piatti, quindi, vengono rivisitati ma non stravolti e gli abbinamenti proposti esaltano maggiormente i sapori della tradizione. Un altro punto di forza è il rapporto che lo staff ed io instauriamo con i clienti. Non amo molto questo termine, preferisco chiamarli amici. Amici che, in un periodo di forte sofferenza del settore che viviamo da oltre 2 anni, non ci hanno mai fatto mancare affetto e supporto. Noi siamo sopravvissuti grazie a chi sceglie di regalarsi momenti di vero piacere e, per ricambiare questa fiducia, puntiamo a migliorarci sempre e ad offrire l’eccellenza nelle portate. Ovviamente anche l’atmosfera cordiale e familiare ha contribuito al consolidamento dell’attività. 

Quali i progetti in serbo per il futuro?

Sono un po’ scaramantico e preferisco non svelare ancora i miei progetti. Posso però ammettere che c’è fermento e qualcosa “bolle in pentola”. Il mio auspicio è che “Sale Fino” abbia lunga vita e possa attrarre sempre più clienti. D’altro canto, lo staff ed io, cercheremo di alzare l’asticella sempre di più per avvicinarci a standard qualitativi “stellati” pur mantenendo prezzi calmierati, perché la buona cucina non dovrebbe essere elitaria, bensì un piacere il più possibile condiviso. Mangiare bene apre le porte alla felicità e, mai come in questi tempi incerti, c’è bisogno di regalarsi attimi di pura gioia.

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