IL MIO SOGNO NEL CASSETTO: “Carola Jasmins”

Carola Jasmins, il talento italo-canadese che ha conquistato le vette di Spotify

Artista dal sound internazionale con una voce dai mille colori, complice l’influenza culturale proveniente dalla sua famiglia d’origine –  dentro di lei scorre il sangue canadese delle madre, italiano del padre, portoghese del nonno e scozzese della nonna – Carola Jasmins è una delle cantautrici emergenti più promettenti degli ultimi anni. Scrive e canta in inglese e nel suo percorso vanta collaborazioni prestigiose con noti compositori e dj (è stata persino inserita in una compilation della major Sony accanto a dj del calibro di Kygo e Steve Aoki). Oggi presta la sua voce per Radio Monte Carlo. E in esclusiva tra le pagine di questo magazine, Carola Jasmins ci racconta la sua storia. Una storia che accomuna chiunque decida di intraprende quel percorso tortuoso necessario per vivere della propria arte. Ma una cosa ci tiene a sottolinearla ed è che “con l’impegno e la perseveranza non esistono muri che non si possano abbattere”.

Cantante di professione…strano, al giorno d’oggi, poterlo dire di una ragazza così giovane?

(Sorride, ndr) Forse è vero, ma la musica è sempre stata parte di me: è entrata nella mia vita prima attraverso i miei movimenti e poi passando per la mia voce. Ho iniziato a quattro anni, fino ai sedici, ballando danza classica e moderna ed esibendomi in importanti teatri romani, poi, una serie di circostanze mi hanno portata a lasciare il ballo e da lì ho deciso di studiare canto seriamente, anche se già da piccola facevo parte del coro delle voci bianche. Nonostante il canto fosse la mia passione non credevo sarebbe diventata il mio futuro: dopo la scuola, infatti, mi sono iscritta alla facoltà di Architettura a Roma. Ad un certo punto, però,  senza che me ne accorgessi la musica ha preso il sopravvento su tutto il resto e negli anni è diventata tutto ciò in cui ripongo cuore e anima. Mi sono rimboccata le maniche e ho iniziato questo percorso in salita per trasformarlo nella mia quotidianità…

Nel duemiladiciotto vivere di musica, in un mercato discografico italiano così chiuso e stantio, immagino sia molto difficile.

Non è un mistero ed è inutile  negarlo: il più delle volte per arrivare in alto in questo settore serve la spinta di qualcuno. È un po’ triste prenderne coscienza, però se si è bravi e ci si impegna qualcosa si riesce a fare, anche se con più fatica. Io, nel mio piccolo, ne sono un esempio. Una delle cose più difficili è doversi misurare con un ambiente popolato da persone che promettono grandi fortune, ma che in realtà non hanno nessuna opportunità da offrire. Gli abbagli e le delusioni sono all’ordine del giorno e rischiano di scoraggiarti. Circondarmi di collaboratori seri è stata una vera sfida…ma alla fine l’ho vinta!

Forse è per questo che tutti ricorrono alla via più breve del talent…

Probabilmente sì e non nego di aver vagliato questa opzione anch’io. Purtroppo o per fortuna, facendo un genere di musica più internazionale non ho ritenuto che questi programmi fossero adatti a spingermi. I talent tendono a spersonalizzare l’essenza di un’artista. Purtroppo anche in tv, oltretutto, oggi vengono selezionati solo gli artisti che hanno già catturato l’interesse delle case discografiche per il loro seguito sui social. La musica è diventata una questione di numeri. Il lavoro del produttore che compie il salto nel buio non esiste più. Siamo noi i produttori di noi stessi.

Tu quanto tempo dedichi ai tuoi profili social?

È un aspetto che non si può trascurare. Io posto molto, ma non pubblico solo contenuti inerenti alla musica. Le persone sono interessate a curiosare nelle nostre vite e i social ci permettono di offrirgli una finestra sul nostro mondo.

Come sei riuscita a ritagliarti il tuo posto in questo settore?

Ho iniziato studiando e cercando di assorbire quanto più possibile le influenze dei diversi generi musicali, spostandomi da Londra a New York fino a Toronto, per conoscere altri mondi artistici. Poi è arrivata la collaborazione per il Buddha Bar e la sua musica lounge e lì è avvenuto quell’incontro fortunato di cui tutti parlano e che può cambiarti la vita. Sono entrata in contatto con un noto compositore che creava colonne sonore per film internazionali ed è nata una bellissima collaborazione. Grazie a lui ho trovato la spinta per iniziare a scrivere la mia musica e mi ha aiutata nella produzione di alcune canzoni. Una di queste tracce è finita nella prima posizione delle canzoni più ascoltate su Spotify. Da lì si sono aperte alcune porte e una di queste mi ha portato a lavorare con Radio Monte Carlo, per cui canto molti brani. Tra gli ultimi c’è un pezzo in francese arrangiato dal compositore Federico Spagnoli, che ha lavorato con artiste del calibro di Mina.

Cosa rappresenta nella tua vita la musica?

È sempre stata, innanzitutto, uno sfogo. Il grande amore che non mi ha mai lasciata. Sono cresciuta con gli artisti che ascoltava mia madre, da Ella Fitzgerald a Lionel Ritchie, fino ad avvicinarmi anche alla musica pop ed elettronica.  

Quando hai compreso che la scrittura avrebbe dato un valore aggiunto al tuo percorso?

Scrivere è sempre stata una mia passione. Prima era semplicemente un compito scolastico, poi è diventato un lavoro, scrivendo recensioni per film e serie tv, finché è diventato un mezzo d’espressione personale. Istintivamente, l’atto creativo inizia immaginando una melodia e poi automaticamente nascono sopra i testi.

Chi sono i tuoi primi fan?

Assolutamente i miei genitori (ride, ndr). Le prime cose scritte le ho fatte ascoltare a loro e tutt’ora sono il mio primo pubblico, insieme al mio migliore amico. A dir la verità, inizialmente la mia famiglia non era entusiasta di questo mio sogno: erano spaventati da quale futuro mi attendesse, però non mi hanno mai tarpato le ali. Oggi, dopo aver visto i risultati, chiaramente sono felici della strada che ho scelto.

Oggi quali sono i tuoi nuovi progetti?

Sto lavorando per altri due brani per Radio Monte Carlo, uno in inglese e uno in spagnolo. Sono giornate piene, chiusa in studio di registrazione: io curo tutto il processo della canzone, dalla scrittura all’arrangiamento. In cantiere c’è il piano di spostarmi nuovamente all’estero per iniziare un progetto musicale che mi sta molto a cuore: la produzione di un EP con alcuni brani scritti da me. Incrociamo le dita! Finora si sono aperte tante piccole porte, ma io aspetto di attraversare l’ingresso principale (ride, ndr).

 

Di Beatrice Gentili

 

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