L’EDITORIALE DI ARMANDO DE ANGELIS: Ragione e sentimento

RAGIONE E SENTIMENTO: DI NUOVO LA GRANDE GUERRA

Fino a poco tempo fa facevamo acquisti dietro l’angolo, telefonavamo da casa o dalle cabine della SIP, scrivevamo lettere cartacee da recapitare per posta. Eravamo in maggioranza “medio borghesi” “mediamente” felici… Poi arrivò Internet; nel nostro piccolo pensammo che tutto sarebbe stato più bello, non prevedendo che prima o poi tutti questi servizi “gratuiti”, ce li avrebbero fatti pagare cari e salati. Come insegna Vico con i suoi “Corsi e ricorsi”, oggi assistiamo nuovamente all’indebolimento della “middle class” che è sempre stata il vero motore degli stati democratici.

Già, il mondo è sempre duale: se c’è ragione non può coesistere il sentimento che, tradotto, vuol dire scegliere di vivere nella freddezza scientifica: “Morte tua vita mia” o nell’amore per il prossimo.

Leggiamo la storia: dal XVIII secolo in Italia vivemmo una Rivoluzione Industriale grazie allo sviluppo della meccanica. Sostituendo l’uomo con le macchine, calarono i costi della manodopera; costi inferiori e incremento della produzione. Più soldi, più ricchezza ma – inevitabilmente – maggiore divario tra industriali e lavoratori. I primi iniziarono ad arricchirsi oltremisura, i secondi rasentavano l’indigenza. Fu lì che “sbarcò” l’illuminismo, movimento culturale che voleva mettere al primo posto la ragione e la scienza. Ma come sempre succede, quando il divario tra ricconi e poveracci si amplia, le folle si agitano, le teste rotolano; insomma, la rivoluzione. È quella che si “accese” in Francia nel 1789. Sintetizzata in tre parole dettate dal sentimento: Liberté, Égalité, Fraternité.  Parole che servirono a colmare quel divario tra chi aveva troppo e chi aveva poco o nulla.

Non a caso, l’800 si apre con il Romanticismo; quello di Manzoni e non solo. Quello dove ci sono signorotti straricchi che usano soldi e potere per impedire matrimoni e appropriarsi delle spose. Quello dove si piange, ci si commuove e ci si immedesima con il protagonista “buono e sfortunato”.

Nel XX Secolo un’altra scoperta: la catena di montaggio “made in Henry Ford”. Un sistema rivoluzionario che cambiò completamente gli assetti politico-economici mondiali. Siamo nel 1913; 18 anni prima (1895) nasceva il cinema e fu proprio un film di Charlie Chaplin (Tempi moderni, 1936) a denunciare senza mezzi termini i ritmi alienanti e disumani della catena di montaggio. Non c’è più oggi la “catena”? C’è: basti pensare ai colossi dell’E-commerce, non c’è bisogno di fare nomi. Di nuovo uomini e donne che compiono gesti ripetitivi, di nuovo velocità obbligatoria e ritmi da robot. Se qualcuno si ferma, il cliente toglie il “like”, la dirigenza provvede: via l’operaio negligente, avanti un altro; c’è catena per tutti.

Creato nuovamente il divario sociale, non a caso, nella prima metà del ‘900 letteratura e cinema abbandonano il romanticismo abbracciando il verismo che prediligeva la ragione al sentimento. Tra le due guerre mondiali (e anche durante la Seconda) la propaganda fascista promuoveva il cinema dei telefoni bianchi per dimostrare che l’Italia era un’isola felice e che tutto andava bene; poco dopo De Sica, Rossellini e molti altri misero coraggiosamente in scena la realtà nuda e cruda, togliendo il fiato ai governi che tentavano di affermare che la scienza, la tecnica, il benessere sono alla portata di tutti.

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, poi, l’economia gettò a terra anche i “paperoni”. La ragione decade e inizia nuovamente a prevalere il sentimento e la voglia di unirsi per il bene comune.

Arriviamo agli Anni 60, ai diritti sempre più ampi ed alle nuove rivoluzioni romantiche come la rivoluzione sessuale, il nuovo diritto di famiglia (1975)…in totale contrapposizione con ciò che la scienza sosteneva. Insomma le disuguaglianze vengono nuovamente meno. Ma per un tempo limitato, finché non cascheremo nella Rete: Internet, che a partire dai ’90 entrerà sempre più nelle nostre vite. Una meraviglia, senza dubbio: informarsi interagire e comunicare gratuitamente in tempo reale… Libertà assoluta, fino a che qualcuno inventerà i Social e qualcun altro farà in modo di monopolizzare i motori di ricerca, i sistemi operativi. Insomma la Rete (e la tecnologia) è finita tra le mani di pochi pescatori. Tutti gli altri (i pesci?), senza nemmeno troppo accorgersene stanno perdendo ogni giorno un po’ di libertà e di denaro. Poi (fuori dalla rete), lo strapotere di Big-Pharma, delle banche grandi che “mangiano” quelle piccole… Ci risiamo: di nuovo i “paperoni” (pochi, sempre più ricchi) e i “paperino” (sempre più poveri e tenuti a bada da mille illusioni).

Adesso, si parla di terza guerra mondiale. Proprio in concomitanza della rivoluzione digitale e del nuovo (ennesimo) divario sociale. 

Voglio pensare positivo: Internet velocizza tutto, sia nel bene che nel male e spero che qualcuno troverà il modo, in rete, di smuovere i cuori e le coscienze. Insomma, come nella Parigi di 230 anni fa, riusciremo a far valere i nostri diritti e far consolidare il romanticismo per sempre nelle nostre straordinarie costituzioni dettate dal sentimento e non dalla ragione.

Leggete attentamente la Costituzione italiana: troverete il testo più romantico che sia mai stato scritto.

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