SESSUOLOGO: “Libertà sessuale”

Libertà sessuale: a chi fa paura e perché

A cura del dott. Daniele Bonanno – AISPS – Roma

Il sesso per l’individuo è fonte di piacere, emozioni e consente di attenuare le tensioni psicofisiche accumulate. Eppure nei secoli (ma anche oggi in nuove forme) ha prevalso la diffidenza e la censura verso una libera espressione sessuale.

 

Le funzioni che investono la sessualità oltre a quella riproduttiva sono molteplici e coinvolgono la sfera individuale, relazionale e sociale. Sono scientificamente dimostrati effetti positivi sulla salute, sulle difese immunitarie, sull’umore e nella prevenzione di specifiche patologie.

Sul piano relazionale ricopre un importante ruolo comunicativo soddisfacendo i reciproci bisogni di contatto e intimità. La connotazione sessuata distingue il sentimento nel legame di coppia dall’affetto di una profonda amicizia o verso un famigliare.

A livello sociale la sessualità costituisce un elemento fondante il nucleo famigliare a partire dall’unione matrimoniale, che lo stesso diritto canonico ritiene annullabile quando “non consumata”, fino alle coppie di fatto e alle unioni civili in cui persone dello stesso sesso, unite dal sentimento e dall’attrazione erotica, rappresentano un’entità giuridica e sociale riconosciuta.

Vi sono poi i flirt, gli ammiccamenti, i rituali seduttivi, le avventure, le intese esclusivamente sessuali, i club e i gruppi di appartenenza basati sul genere, sull’orientamento sessuale, sulle preferenze non convenzionali.

Il sex appeal è fondamentale in determinati ambiti professionali come nello star system dell’intrattenimento ma contribuisce anche al carisma di personaggi sportivi, guru della formazione, figure politiche e così via.

La ricerca suggerisce come nell’uomo più alti livelli di testosterone (l’ormone sessuale) associati a un basso livello di cortisolo (l’ormone dello stress) siano predittivi di una più efficace attitudine alla leadership.

In modo diretto e indiretto il sesso è tra i fattori fondamentali che organizzano i rapporti umani in senso molto più ampio dell’ambito strettamente sessuale.

La rilevanza del sesso nelle motivazioni individuali e nelle dinamiche sociali oltre agli effetti diretti in ambito demografico sono le ragioni per cui i poteri forti hanno storicamente influenzato, controllato e represso l’attività sessuale delle persone.

Nell’asservire le masse a interessi imposti dall’alto sono stati utilizzati la paura, il senso di colpa, la penuria, la frustrazione, il pregiudizio, il timore e l’ostilità nei confronti del diverso e dello straniero. La repressione sessuale è a monte di queste leve emotive che sarebbero meno efficaci su una popolazione autenticamente appagata, animata dall’amore e dal naturale rispetto verso l’umanità e verso l’ambiente, serena nel piacere e nell’espressione sessuale. Simili individui avrebbero le idee chiare sui propri bisogni e affiderebbero ruoli di leadership a uomini e donne autenticamente integri e attenti alle esigenze comuni.

Tra i fattori naturali che predispongono alla leadership abbiamo citato a livello ormonale un’adeguata carica sessuale e un basso livello di stress, quindi un temperamento calmo e sicuro piuttosto che un atteggiamento competitivo e arrivista, autorevole e competente piuttosto che autoritario e pretenzioso.

Le distorsioni della nostra cultura ci portano invece a identificare il profilo dell’individuo dominante, il cosiddetto “maschio alfa”, in un personaggio egocentrico, istrionico e prevaricatore che difficilmente può corrispondere a quel basso livello di stress tendendo invece a generarne incessantemente in sé stesso e in chi gli sta intorno.

Wilhelm Reich attribuiva i maggiori mali della nostra società alla repressione sessuale e alle dinamiche emotive distruttive che ne conseguono. Il suo concetto di leader ideale era l’esatto opposto del gerarca bramoso di potere che ci è ben noto annoverando tra l’altro nei requisiti indispensabili la conduzione di una vita amorosa completa, sana e gratificante. Quest’ultimo concetto implica nella teoria di Reich l’assenza di inibizioni e blocchi psicofisici, quell’integrità e autenticità nell’espressione emotiva alla base dI una profonda capacità di amare e di una piena “potenza orgastica”.

Anche Alexander Lowen descriveva la persona in contatto con il proprio corpo e la propria sessualità come caratterizzata da grazia e armonia, uomini e donne naturalmente carismatiche per l’autenticità e la vitalità che irradiano, non all’inseguimento di soldi e potere ma in contatto con il piacere di essere vivi e in rapporto con altri esseri umani.

In questa prospettiva una sessualità valorizzata e lasciata alla sua piena libertà e naturalezza potrebbe fare la differenza sulle logiche che organizzano la nostra realtà sociale.

Reich vedeva possibile un processo di liberazione assicurando alle nuove generazioni la crescita in un contesto privo di condizionamenti e sensi di colpa. Potrebbe oggi significare soprattutto l’emancipazione da stereotipi e discriminazioni di genere, dall’omofobia, dalla cultura sessuale prestazionale e da qualsiasi giudizio e pregiudizio riguardante l’amore e la sessualità tra adulti consenzienti.

Molti potranno pensare che queste teorie enfatizzino eccessivamente il ruolo del sesso o che abbiano carattere ideologico tuttavia un mondo dove ogni individuo fosse libero di essere se stesso nel rispetto dell’altro non potrebbe che essere un mondo migliore.

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