BULLI STOP:”Sabrina De Benedetto”

LA PAURA DI ESSERE GIUDICATI

Intervista a Sabrina De Benedetto di Maria Cristina Del Cuore

Sabrina De Benedetto, italo kazaka, ha viaggiato molto ed è diventata testimonial di Bulli Stop. Frequenta il IV liceo linguistico a Roma e durante il lockdown ha collaborato alla coordinazione di un progetto dedicato alla danza coreana on-line. Durante l’intervista la parola danza ricorre spesso.

Quali sono le tue passioni?

Ho molte passioni ma purtroppo non porto mai a fondo ciò che inizio. Sicuramente amo profondamente la danza perché mi permette di esprimermi e credo che possa aiutarmi a trovare me stessa.

Perché hai deciso di diventare testimonial di Bulli Stop?

Sono nata in Kazakistan ma per il lavoro dei miei genitori ogni 4 anni ci siamo trasferiti in un paese diverso, in India, AzerbaiJan, Italia, Armenia, Israele e infine a Roma. La mia formazione è cambiata più volte e quando lo scorso anno siamo rientrati in Italia avevo paura, paura di essere giudicata dai ragazzi italiani con i quali mi sarei dovuta confrontare, perché straniera. Ho scelto la scuola che frequento attualmente perché il liceo aderisce al progetto Bulli Stop. Questo mi ha dato sicurezza, ho pensato che una scuola che sensibilizza i propri studenti su temi importanti è sicuramente una scuola inclusiva. Ho lasciato l’Italia che ero una bambina, ora ho 18 anni. Ho dovuto nuovamente abituarmi a questo paese.

Ti sei sentita giudicata?

Un pochino sì, perché la mia personalità è diversa dai miei coetanei: i miei interessi e le mie abitudini si basano sulle esperienze che ho vissuto all’estero. È difficile per me trovare un punto in comune con i miei compagni di classe perché, avendo viaggiato molto, sento di non appartenere realmente a nessun luogo.

È possibile che tu non sia riuscita a legare molto con i tuoi compagni anche perché con il lockdown siamo stati costretti a stare lontani e questo ci ha fatto sentire tutti un po’ più soli?

Sicuramente questo ha contribuito in parte, ma io mi sono sempre sentita in questo modo. Viaggiare per un bambino è bellissimo, è una grande opportunità, permette di conoscere culture e persone completamente diverse da te. Apre la mente verso nuovi orizzonti ma contemporaneamente senti di non avere un’identità. Io mi sento sempre nel posto sbagliato.

Hai detto di avere molte passioni ma di non essere ancora riuscita a portare fino in fondo un impegno preso. Un sogno nel cassetto?

Mi piacerebbe aiutare il prossimo. E mi piacerebbe realizzare un progetto che coinvolga la danza e la psicologia, magari proprio con la professoressa Pini (Presidente del Centro Nazionale contro il Bullismo Bulli Stop, ndr), perché la danza possa aiutare le persone a trovare il proprio posto nel mondo.

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