CAPITANO MIO CAPITANO:”Prof.ssa Francesca Spuntarelli “

 

Intervista a Francesca Spuntarelli

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In questo numero intervistiamo la professoressa Francesca Spuntarelli, docente di Scienze presso l’Istituto Gabriele D’Annunzio, la quale ci racconterà come riesce a conquistare l’attenzione dei suoi studenti.

 

Lavorare in “cattedra”: se lo aspettava, lo desiderava già da bambina?

Risposta affermativa. Ha presente quei bambini che dichiarano speranzosi: “Da grande farò il pilota” o “Da grande sarò centravanti della Nazionale di calcio”? Ecco, quand’ero piccola disponevo le mie bambole in fila dotando ciascuna di penna e foglio e poi…

 

E poi?

Poi facevo la maestra, la professoressa. Ho iniziato a tre anni.

 

A cosa attribuisce la sua popolarità tra gli studenti? Oggi non sono bambole: parlano, pensano, si emozionano. E l’hanno scelta.

 

Questa domanda bisognerebbe girarla a loro. Posso dire che mi dedico anima e corpo all’insegnamento, seguo i ragazzi dalle medie fino all’ultimo anno del liceo. Succede da tanti anni. E succede, anche, di incontrare lui e lei, sposati, che una volta erano in aula con me… Un amore nato tra i banchi, ne ho visti tanti. Oggi, lontano da quei banchi, hanno piacere di risentirmi, di rivedermi o, semplicemente, di dialogare con me tramite Facebook.

 

Gli studenti di oggi dispongono di infinite fonti da cui attingere informazioni, nozioni, “istruzioni per l’uso”… La figura del professore è ancora centrale, autorevole, insostituibile? Riesce ancora a farsi ascoltare, a fornire spunti di riflessione altrove irreperibili?

 

Dipende dall’insegnante. È vero che oggi informazioni e nozioni non provengono più solo dalla famiglia e dalla scuola. C’è il web, ci siamo tutti dentro. Dal canto mio credo di fornire sempre (e di avere fornito) elementi in più, nozioni in più, punti di vista diversi, strumenti utili per ragionare e imparare. Il mio lavoro consiste nell’insegnare al meglio le materie di studio. Non devo, invece, insegnare come si vive. Sono loro, i ragazzi, che scelgono, camminano, inciampano… Ma sanno che, se avranno bisogno di me, io ci sarò sempre.

 

La scuola e il web, la professoressa Spuntarelli e la rete. Un’opportunità, un intralcio o altro?

 

Si tratta di strumenti meravigliosi, ben vengano. Anche qui dipende dall’uso e… dall’abuso! Talvolta ho notato che i ragazzi, rispetto ai “tempi antichi”, hanno più difficoltà a guardare l’interlocutore negli occhi, a comunicare un’emozione. Un po’ più impacciati. Loro nella rete ci mangiano e ci dormono, e il mio compito è quello di riportarli nella vita vera. Ma sempre e solo dal punto di vista scolastico: a camminare, ad andare avanti ci devono pensare da soli, comunque consapevoli della mia eventuale presenza al loro fianco.

 

Lo studente di oggi rispetto a quello di ieri: più informato, più smaliziato, affamato di notizie, disorientato, ingenuo?

 

Cerca di apparire smaliziato, pronto a tutto, impermeabile alla paura, alle emozioni… Vuole convincerti che sa essere indipendente e che non ha bisogno di aiuto, di consigli. Invece di fronte alle emozioni, alle difficoltà, ogni tanto si perde e ha paura di cadere. In queste situazioni tornano cuccioli, come uso chiamarli, e allora ti cercano, confondono la figura dell’insegnante con quella dell’amica, a quest’età è normale. Ma io sono la professoressa, la loro professoressa. Fare l’amica non si può, non si deve: ai ragazzi farebbe più male che bene. Per me la confusione dei ruoli è diseducativa.

 

Arriva il giorno del diploma, la scuola resta un ricordo. C’è qualcosa di indelebile che la professoressa Spuntarelli ha lasciato nella memoria degli studenti? Qualcosa che va oltre le materie d’insegnamento?

 

Mi auguro di sì. I ragazzi avranno certamente imparato che ci metto il cuore in questo lavoro. E che non ho mai mentito con loro, mai una bugia né una mezza verità, fosse anche a fin di bene. Il cuore, solo il cuore. Spero sia questo il loro ricordo della professoressa Spuntarelli.

 

La politica e la scuola: cosa fa il “Palazzo” e che cosa dovrebbe fare?

 

Ad ognuno il suo, di palazzo. Quello mio sta qui, ci vengo ogni giorno per lavorare. Gli altri palazzi li lascio a chi li abita e a chi ci lavora.

 

Cosa avrebbe fatto la professoressa Spuntarelli se non avesse insegnato?

 

Sono biologa, ho iniziato a lavorare come ricercatrice. Ecco, forse sarebbe stato quello il mio secondo destino. Ma mi tengo ben stretto il primo.

 

Cosa fa nel tempo libero?

 

Ho un marito, tanto per cominciare. Pratico molto sport, in palestra e non solo. E poi il mare: faccio immersioni subacquee, una mia grande passione.

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