COPERTINA LEI:”Ottobre/Novembre 2016″

“Intervista a Erika Aurora”

È un vulcano in piena attività: Erika si divide tra gli impegni da modella per numerose pubblicità e video musicali e il lavoro da attrice per il grande e piccolo schermo (dove a breve la vedremo in azione). Dinamica, riflessiva e istintiva al tempo stesso, parla inglese, francese e spagnolo. “Non sopporto la monotonia e all’ordinario preferisco il caos”, ci racconta.

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Un passato da ballerina, ma oggi attrice e modella a tempo pieno: artisticamente come sei nata?

Mio padre aveva la passione per la fotografia e il cinema. Sono cresciuta guardando tantissimi film e appassionandomi, soprattutto, a quelli di Tim Burton, il mio regista preferito. Già a tre anni mi bastavano un po’ di musica e delle scarpette per creare le mie prime piccole coreografie. I concorsi di bellezza mi hanno permesso di lavorare nella moda e, successivamente, grazie alla scuola di recitazione, ho iniziato a lavorare come attrice. Ecco, sicuramente tutto questo ha contribuito, ma non saprei definire come sia nata questa passione. È un qualcosa che porto dentro me stessa. È nato tutto per caso. E mi rendo conto che è una scoperta continua ogni giorno.

A soli 25 anni hai già una lunga gavetta alle spalle e tanti traguardi raggiunti. Tra le varie esperienze qual è stata quella che ti ha più segnata?

Non ce n’è una specifica. Da un semplice servizio fotografico a quando ti ritrovi su di un set televisivo a dare anima a un personaggio completamente diverso da te, ognuna mi ha segnata, colpendo la mia sensibilità e forgiando il mio carattere. Piccole o grandi che siano state, tutte le esperienze passate, e quelle che ci saranno in futuro , le affronto con lo stesso spirito, con positività e con la consapevolezza che si tratta di un lavoro in cui bisogna avere i piedi per terra. Anzi, i piedi piombo!

A proposito di piedi di piombo, ti spaventa il fatto che quello da modella sia un lavoro instabile?

No, assolutamente. Innanzitutto perché di questi tempi di certezze ce ne sono poche in ogni campo. E poi perché ho chiaro il mio percorso: ho voglia di prendermi le mie soddisfazioni in questi anni, ma le mie reali priorità nella vita sono altre e non riguardano il mondo dello spettacolo.

Sarda di origine, hai dovuto lasciare presto la tua città per motivi lavorativi. Come vivi questo continuo viaggiare?

In realtà non ho mai lasciato veramente la mia bellissima isola. Lavoro permettendo, appena ho un momento libero salgo sul primo aereo e raggiungo la mia famiglia, a cui sono molto legata. Il continuo spostarsi da una città a un’altra non mi pesa minimamente: ho sempre viaggiato tanto fin da piccola. Anzi, lo trovo stimolante e bellissimo.

Se potessi scegliere dove vivere, in quale città ti trasferiresti?

Sono romantica e sognatrice. Dipingo. Amo l’arte in tutte le sue forme. Parigi, quindi, mi rappresenta appieno. È una città che conosco bene, dove ho avuto la possibilità di fare alcuni stage di recitazione. E ogni volta che ritorno a casa ci lascio un pezzo del mio cuore.

Che ruolo ha giocato la tua famiglia nel tuo percorso di crescita professionale?

Mi ha sempre sostenuto e mi è stata vicina. Specialmente mia mamma, la migliore amica per me!

Il talento, secondo te, è una questione di predisposizione o è il frutto di tanto studio?

Penso che sia un qualcosa con cui si nasce. La predisposizione esiste e lo studio è certamente fondamentale, insieme ai mezzi per realizzarlo. Ciò che veramente ti fa capire che hai quel quid in più, però, è l’esigenza, la necessità di esprimerti. Quel sussurro assordante che ti porta a dare voce all’anima.

 

Qual è il tuo motto?

Una frase di Papa Giovanni Paolo II: “Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”. Come una tela bianca pronta a essere riempita di colori: così vedo la mia vita e, piano piano, ogni giorno la dipingo. La trovo una metafora meravigliosa.

 

Cosa consiglieresti a un giovane che desidera intraprendere il tuo stesso percorso?

Gli direi che non è una strada facile per chi vuole iniziare: servono tantissimo studio e un impegno costante. I provini sono tanti e non tutti possono andare bene. L’occasione giusta, però, arriva sempre. L’unica cosa che ritengo davvero importante è che non si perda mai l’umiltà. Non solo nel campo professionale ma anche nella vita di tutti i giorni.

 

Attualmente a cosa stai lavorando?

Ho da poco finito di scattare nella bellissima costiera amalfitana un catalogo di costumi da bagno, in uscita per l’estate 2017. Nel borsone, oltre al mio libro, porto con me il testo per il provino fissato nei giorni successivi, la mia musica preferita e tanta forza che, in un lavoro come questo, in cui sei costretta a passare molto tempo sola con te stessa e a fare sacrifici, non può mancare.

A brevissimo, invece, mi vedrete al cinema nel ruolo di Miriam, una vicina di casa molto buffa ed eccentrica nell’ultimo film di Edoardo Leo, “Che vuoi che sia”, con Anna Foglietta e Rocco Papaleo. E poi anche sul piccolo schermo, dove vedrete la fragilità e l’insicurezza di Alessia nella serie “Che Dio ci aiuti”, con Elena Sofia Ricci, in onda su Rai Uno.

 

Che progetti hai per il futuro?

I progetti in cantiere sono tanti. Uno in particolare, però, non riguarda l’Italia ma la Spagna. Tengo le dita incrociate. E ringrazio ogni giorno per tutto ciò che mi è stato dato.

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