Colour
IS THE NEW BLACK
C’ERA UNA VOLTA IL NERO. DI PIÙ: C’ERANO UNA VOLTA IL NERO E IL BIANCO CHE, IN ORDINE ALFABETICO, SI DICONO – E SI DICEVANO – BIANCO E NERO, PER GLI AMICI B&N. COL PASSARE DEGLI ANNI QUALCOSA È CAMBIATO E IL COLORE, I COLORI, HANNO PRESSO IL SOPRAVVENTO. COLORI DA ABITARE, DA “TOCCARE”, DA RACCONTARE, DA VIVERE, DA RICORDARE…
I COLORI SONO CON NOI NELLO SPETTACOLO, NELLA MODA, NELLO SHOPPING; I COLORI, TRA POCO, PRENDERANNO IL VOLO ANCHE A FIUMICINO.
di ROBERTO FANTAUZZI
Dico Fiumicino non per dire l’aeroporto. Ma di questo parlerò più avanti, meglio andare con ordine. Andare con ordine, ovvero cominciare… dall’inizio. L’inizio di una storia che bene o male conosciamo tutti ma che forse non la ricordiamo più. Una storia che tutti abbiamo vissuto, specialmente chi ha più di trent’anni ma che – come spesso accade con i libri, compresi quelli di storia – quando arrivi all’epilogo hai dimenticato i primi capitoli. Il libro ci è anche piaciuto, ma ci sono quelle cinque, dieci, venti, quaranta pagine irrimediabilmente perdute nei meandri della nostra mente. Qual è la storia? È quella del nero; e del bianco e nero. Roba seria, signori miei: il nero dei documenti ufficiali, il nero dell’inchiostro con cui si vergavano firme “importanti”. Poi il bollo tondo del notaio, ancora e sempre immancabilmente nero. Bolli e firme da apporre su fogli bianchi, immacolati, anche questi assolutamente “seriosi”. Non a caso si diceva (si dice ancora, suvvia) “Mettiamo tutto nero su bianco…!”. Nero su bianco, come no. Un nero – e un bianco – che hanno punteggiato per anni, forse secoli le nostre vite, le nostre attività e anche le nostre passioni, i nostri amori, i progetti, le sconfitte, tutto.
Un mondo così: un mondo dove il telegiornale era in un ingessatissimo B&N e il “mezzobusto” di turno poteva indossare una cravatta gialla, o rosa, o verde pisello e nessuno se ne accorgeva. Non potevamo accorgercene anche perché le notizie sono una cosa seria, non c’è niente da ridere; perciò il mezzobusto non sorrideva e guardava la telecamera con gli occhi bassi, come a dire: “State buoni, state zitti, le notizie sono queste; purtroppo”.
Un “purtroppo” che sembrava aleggiare anche lanciando un servizio sulle Olimpiadi, sulla collezione autunno-inverno di Valentino o sulle imminenti vacanze estive. Perché? Perché il mondo è – era – così: talvolta religiosamente serio, talvolta leggero, divertente (come oggi) ma rigorosamente in B&N.
Di che colore era la cravatta del giornalista del “Tg”? Vallo a sapere; forse veramente rosa, o gialla, o grigia. Ma lo sapeva solo lui; che probabilmente, sotto i baffi, se la rideva di gusto. Una storia così; una storia le cui pagine parlano anche di noi. Parlano dei nostri ricordi, dei nostri amici, delle nostre passeggiate… Capitolo dopo capitolo qualcosa cambierà; qualcosa è cambiato. Perché sono arrivati i colori.
Sì, il colore, i colori hanno riempito le nostre vite, le nostre giornate in ufficio, a casa e “fuori”; anche a notte fonda, anche nelle ore più “piccole”. La notte è nera ma non troppo: la notte, da anni, abbiamo saputo colorarla a dovere. Badate bene, i bolli tondi ci sono anche adesso; ci sono anche le penne per firmare in nero (o al massimo con inchiostro “nero bluastro”, come ancora si legge in calce ai moduli della nostra beneamata burocrazia. Il nero-bluastro sarebbe il blu, ma dire blu e basta, estromettendo il nero, sembrava troppo ardito, troppo irrispettoso…!). Pure i notai ci sono ancora, ci mancherebbe altro: ne conosco molti e colgo qui l’occasione per salutarli calorosamente. Calorosamente o… “colorosamente”?
Chiedo scusa ai lettori, mi son fatto prendere un po’ troppo la mano… Torniamo a noi; al nostro mondo. Ai nostri colori. Abbiamo sempre più bisogno dei colori. Colori capaci di cambiare atmosfere, sapori, stati d’animo. Così si è chiuso un libro e se ne sono aperti infiniti altri. Dallo spettacolo alla moda, dal lavoro allo sport, dallo shopping al passeggio puro e semplice, il mondo, il nostro mondo, è cambiato.
Sì, la notizia è questa; forse non uno scoop, visto che tutti – da anni – ci siamo dentro. Dentro un pianeta finalmente a colori. Comunque una notizia. Talmente notizia che mi piacerebbe sentirla anche in un “tg”, magari declamata da un mezzobusto con camicia gialla, cravatta verde e capelli rosa…
Torno serio (ma non troppo, non vivo più in un mondo in B&N) per snocciolare la prossima notizia.
Eccola: tra non molto, a Fiumicino, potremo passeggiare nel The Wow Side. Che non sarà solo uno shopping center. Sarà, invece, un luogo dove incontrarsi solo per il gusto di incontrarsi; per una mostra, uno spettacolo (e poi lo shopping, certo). Incontrarsi e giocare. Giocare, per esempio, nel Color Hotel, idea, invenzione, struttura che porta la firma di Lux Eventi; insomma una firma che parla di me, bollo tondo compreso.
Il Color Hotel aprirà le porte a chi vorrà giocare e… giganteggiare: dentro è tutto più grande, enorme, quasi come entrare in una favola. Favola o no, i più piccoli (ma non solo loro) potranno fare a cuscinate nella camera da letto “oversize”: qui il letto misura 120 mq; un letto su cui arrampicarsi, correre, tuffarsi e – naturalmente – scagliare cuscini contro i compagni di gioco, sovrastarli con una coperta che non finisce mai, nascondersi e riapparire dall’altra parte del letto (o del mondo?).
Nel Color Hotel si diventa più grandi; anzi no: i piccoli restano piccoli, i grandi tornano a sentirsi bambini perché le proporzioni sono quelle di quindici, venti, trent’anni fa, quando i tavoli erano più alti di noi, le sedie pesavano, i corridoi parevano autostrade dove correre a perdifiato lungo un viaggio che non finiva mai.
Dunque, The Wow Side; shopping center e non solo, voluto e realizzato da Generali Real Estate tramite Urbe Retail Real Estate. Per la parte architettonica, tanto per dire, la proprietà si è rivolta allo studio italo-britannico Design International, la cui “matita” ha tratteggiato il Gran Reno di Bologna, la Nave de Vero di Marghera, Mondojuve di Torino…
The Wow Side sarà uno spazio nel quale vivere il movimento, la sorpresa e – naturalmente – il colore.
Aprirà qui anche Ikea, oltre a tanti altri punti vendita dei brand Emisfero, Zara, Geox, Flyng Tiger, Geox, Mondadori… Poi la ristorazione; e l’intrattenimento, con un multiplex UCI di 14 sale.
Passeggiare, scegliere, trovare, guardare, vivere eventi culturali all’insegna, ancora e sempre, del colore. Come la mostra della Lego che sarà allestita nel Color Hotel. C’erano una volta il nero e il bianco. Poi arrivarono – sono arrivati – i colori. Molto è cambiato, perché siamo cambiati anche noi.
Cambiata la luce, cambiati i nostri desideri e le nostre città. A questo proposito interpello Sacha Camerino, Head of Central Southern Italy di Generali Real Estate e Amministratore Delegato di Urbe Retail Real Estate.
Dottor Camerino, il mondo del commercio sta cambiando. Sa dirci in che direzione andiamo?
Il commercio è in rapida evoluzione per adattarsi ad un consumatore che è cambiato, che è sottoposto a numerosi stimoli e che per attirare la sua attenzione è necessario fornire dei brand innovativi, un mix vario e completo, un ambiente piacevole dove passare il proprio tempo libero e un centro commerciale in grado di interagire con il potenziale cliente attraverso diversi strumenti siano essi fisici che digitali.
The Wow Side è una realtà del tutto innovativa, ben diversa dai classici allestimenti degli shopping center. Può “raccontarci” qualcosa di più a questo proposito?
Il centro commerciale sta diventando sempre più un veicolo di experience e luogo di socialità e deve essere in grado di strutturarsi per garantire un’esperienza positiva al cliente al fine di motivarne la visita e favorirne gli acquisti. In un contesto competitivo come quello romano la nostra scelta è stata quella di basare la nostra offerta su brand di primo piano che costituiscono delle “unicità” per il mercato in cui operiamo e al contempo delle attività che contribuiscono a rendere il centro una destination per il proprio tempo libero. Inoltre The Wow Side sarà un polo di aggregazione sociale, con positive ricadute in termini di sviluppo ed opportunità occupazionali per i tessuti sociali di riferimento. L’operazione The Wow Side si ripeterà anche altrove o si tratta di un’iniziativa unica, solo qui a Fiumicino?
The Wow Side in termini di contenuti è stato pensato per il mercato romano in considerazione delle caratteristiche del bacino d’utenza e dei competitor presenti. Per altri progetti siamo pronti ad analizzare le potenzialità del mercato e ad offrire prodotti come The Wow Side seguendo lo spirito dell’innovazione in base al mercato di riferimento.