TRAVEL EXPERIENCE : ” Parigi”

Parigi

Far girare il mappamondo: è questa l’azione che accomuna milioni di viaggiatori e aspiranti tali che, progettando o fantasticando su una vacanza da sogno da fare almeno una volta nella vita, ruotano il mini-globo in cerca della meta perfetta. Tra le destinazioni più amate c’è Parigi, la Città delle Luci nonché l’eterna capitale del romanticismo.

 

di Costanza Brighina

 

Se vi viene offerta la possibilità di vivere a Parigi per qualche tempo (un mese, un semestre, un anno), non vi salti in mente di accettare subito: pensateci bene! Lo dico perché poi, usciti di lì, non si è più gli stessi. È meta cliché per il turista occasionale, accumulatore di portachiavi-Tour Eiffel, quello che richiude con dimestichezza e senza tragedie il bagaglio a mano prima di planare di nuovo a casa propria. Per chi come me, invece, ci abita da un po’, Parigi (che la si ami in maniera totale o no) è ormai luogo d’adozione, non si può più pensare di vivere altrove. Ringrazio lo studio universitario, squisito pretesto per combinare qui mille altre cose che con l’accademia in senso stretto hanno poco a che fare ma che mi hanno reso, giorno dopo giorno, un essere umano migliore. Chi qui ci è già stato o vi soggiornerà più a lungo di un week-end può uscire dal circolo vizioso delle tappe obbligate: Arco di Trionfo, Champs Elysées, Louvre, Orsay, Tour Eiffel. Al di fuori c’è un universo vastissimo. Perché a Parigi ogni arrondissement (distretto-quartiere) ha un’anima propria che vale la pena conoscere. Perdetevi tra le vie strette del Marais mangiando falafel, visitate le sue gallerie, fate shopping là dove non si recano anche orde di asiatici e, arrivata la sera, bevete bene nei migliori speakeasy che Parigi possiede. La domenica mattina invece, col sole, passeggiate sull’Île Saint Louis, quella roccaforte aristocratica in mezzo alla Senna i cui palazzi bellissimi e forniti di targhe memoriali si specchiano nell’acqua circostante. Vi basterà attraversare un piccolo ponte per raggiungere l’Isola naturale più grande e godere dei ricami gotici di Notre-Dame. Café au lait e croissant alla mano al mattino, o bottiglia di bordeaux al tramonto, si può interpretare il perfetto bobo (borghese-bohémien) popolando le rive del Canal Saint Martin, giacché la Senna non è l’unica riga liquida che attraversa la Ville. I negozi di arredamento, tappezzerie, design di interni di Saint Germain des Prés vi faranno venir voglia di cominciare a progettare la tana dei sogni: per essere precisi, la scelta virtuale della stoffa dei divani avviene nella deliziosa e pacifica Place de Fürstenberg. Se la sessione d’esami non è una missione che sentite di poter affrontare da soli, cercate riparo e facce amiche in biblioteche pubbliche di ogni genere architettonico, protetti dalle colonne di ferro della Sainte Geneviève, dalle tubature colorate del Centre Pompidou, dalle travi intarsiate della Bibliothèque Historique o dagli stucchi celesti della Sorbonne. Di poligoni verdi in cui respirare a Parigi ce ne sono parecchi, il Jardin du Luxembourg in fiore è uno spettacolo, il Parc des Buttes Chaumont, col suo tempietto in cima alla gigantesca rocca che sorge dall’acqua, è pura scenografia naturale. Se siete drogati d’arte, e io ahimé lo sono, non c’è luogo in cui stordirvi di più: i capolavori si espongono in altri capolavori (si veda quel magnifico vascello di vetro che è la Fondation Louis Vuitton) e si vendono alla Fiac oppure ad Avenue Matignon. Ci sono milioni di meraviglie gratuite a Parigi – couchers de soleil da togliere il fiato, tra le fronde dei salici sulla punta triangolare dell’Île de la Cité – e altre meraviglie che costano molto meno del piacere che offrono. Da un tè casuale in una giornata fredda o magari storta, sulle poltrone di un grande albergo, stellato e stellare, nasce sempre un indimenticabile pomeriggio. Così come nasce un’indimenticabile serata a casa degli amici del fratello della fidanzata di tal coinquilino, che prima nessuno ha mai visto né sentito. A Parigi il tempo della vita scorre forte perché la bellezza non è un lusso ma un diritto universalmente esteso, perché lo star bene è un fatto spontaneo, perché come ci si sente, col mondo in mano, quando guardi la Tour nel minuto in cui brilla o quando segui il suo faro nel cielo, non ci si sente da nessun’altra parte. Provateci.

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