IL MIO SOGNO DEL CASSETTO: “Intervista a Ismael Ciprian”

“Nella vita ci vuole uno schema di gioco”IIntervista a Ismael Cipriano

La tua scheda sportiva.

Sono Ismael Cipriano, classe 2004, originario del Congo. Sono un ragazzo sportivo e ho sempre praticato molte discipline tra cui il nuoto, la ginnastica artistica e l’atletica. Attualmente pratico il basket a livello agonistico.

Come ti sei avvicinato alla pallacanestro?

Volevo provare un nuovo tipo di attività fisica, ma soprattutto praticare uno sport di squadra avendo provato solo quelli individuali. I miei genitori mi hanno suggerito il basket, al quale mi sono subito appassionato.

Veniamo al tuo percorso da cestista.

Ho esordito nel Petriana Basket e tuttora mi alleno in questa squadra, un’ora e mezza tre volte a settimana; in ogni week-end, poi, disputo le partite ma finora non ho preso parte a competizioni di alto livello.

Qual è la più grande soddisfazione che ti ha regalato il basket e quale il più grande sacrificio cui hai dovuto sottostare?

La più grande soddisfazione è la sensazione di libertà che provo ogni volta che entro in campo, quando mi sembra che nessuno possa fermarmi: siamo solo io e il canestro. Il più grande sacrificio è dover rinunciare spesso a qualche ora di riposo in più per poter conciliare lo studio con lo sport. Uscendo quasi sempre da scuola alle 16 devo correre rapidamente in campo per proseguire con gli allenamenti e poi passare la serata sui libri.

Come riesci a dividerti tra lo studio e lo sport?

Quando si hanno le ore contate è fondamentale pianificare. Come nello sport anche nella vita di tutti i giorni mi ritrovo ad adottare uno schema di gioco. Cerco di gestire ogni ritaglio di tempo in maniera utile, facendo sempre i conti con le mie energie. Credo di aver trovato il mio equilibrio.

La qualità più importante richiesta da questa disciplina?

La concentrazione. Il basket non è solo un gioco di forza ma anche di intelligenza. È importante restare concentrati sull’obiettivo, mantenere alta l’attenzione per tutta la durata della partita. Non conta la struttura fisica ma come ci si muove sul campo. Il valore del rispetto è un’altra componente essenziale in un’atleta.

Cosa rappresenta per te il basket?

È la mia valvola di sfogo. Una realtà dove posso imparare i valori fondamentali e a cui posso fare riferimento come esempio di vita, sotto tanti aspetti.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

Vorrei andare in America, entrare nel programma sportivo di qualche importante college americano e allenarmi con i migliori coach.

Credi che l’Italia non sia adatta ad uno sportivo che vuole eccellere nella pallacanestro?

Al contrario: credo che l’Italia abbia molto da offrire ai suoi giocatori. Ma personalmente ritengo più stimolante la preparazione sportiva che si acquisisce fuori dal nostro Paese. Il gioco americano, in particolare, lascia più spazio all’istinto ed è più variabile; la pallacanestro italiana, invece, è più schematica.

Che insegnamento ti ha trasmesso questo sport?

Il rispetto dell’avversario e il fair play. Se un compagno resta indietro bisogna andare ad aiutarlo. Lo sport, come la vita, è un gioco di squadra e anche se ciascuno ha il suo ruolo nel raggiungimento del risultato abbiamo tutti la stessa importanza. Per vincere bisogna restare uniti.

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