MUSICA:”Frank Ocean”

Frank Ocean

di Giacomo Ruben Martini

 

Il 2016 è stato un anno importantissimo per la musica R&B. Tra gli artisti della black music quest’anno spicca Frank Ocean, all’anagrafe Christopher Breaux, che ha pubblicato non uno bensì due album.

Sì, ma chi è Frank Ocean?

Capisco la domanda. Non ha la visibilità, che so, di Drake, ma ha sorpreso la critica mondiale con il disco del 2012 “Orange” e l’ha letteralmente stesa con “Blonde”, l’ultimissimo album. Al punto che la stampa anglofona lo ha paragonato alle più grandi voci dell’R&B, come Stevie Wonder o Marvin Gaye. Quando ha pubblicato il primo disco, Ocean aveva già ventiquattro anni ma era ben conosciuto nell’ambiente di Los Angeles perché scriveva pezzi per cantanti molto più famosi di lui, come Justin Bieber e John Legend. È stato notato grazie a un mixtape da Beyoncé e Kanye West ed è stato invitato a collaborare con loro. E da lì ha preso il volo.

Perché ha pubblicato due album in un anno?

Questa è una bella domanda. Dopo quattro anni di silenzio ha pubblicato a sorpresa un visual album, “Endless”, pubblicato con una casa discografica, e ventiquattro ore dopo ha pubblicato “Blonde” (ma in copertina c’è scritto “Blond”), stavolta però in maniera indipendente. “Endless” è disponibile solo in formato video e non ha nulla a che vedere con “Blonde”. Quest’ultimo è stato osannato dalla critica e ha dei rating molto alti.

E cos’ha di bello?
Per apprezzarlo al meglio non bisogna essere per forza un cultore dei classici R&B, perché Ocean, con “Blonde”, ha portato aria nuova riformando questo genere. In alcuni brani, come “Nikes”, ci sono suoni moderni e autotune sfacciato. “Ivy” sembra quasi una canzone indie rock. “Pink + White”, prodotta da Pharrell Williams, ha le carte in regola per essere un pezzo R&B. Stesso discorso per la meravigliosa “Close To You” e per “Skyline To”, che a queste dinamiche rythm ‘n’ blues abbinano l’hip hop. Hip-hop che comunque torna più volte nel disco, come in “Nights”, “Solo” e “Futura Free”. Ma attenzione: Frank Ocean non è un artista pop, o hip-hop, come può essere considerato Drake. A Ocean non importa del singolo orecchiabile da 350 milioni di visualizzazioni su YouTube. “Blonde” non è una raccolta di canzoni, è un progetto vero e proprio. C’è un continuo apparire di messaggi, registrazioni (“Be Yourself” e “Facebook Story”); ci sono sample di suoni sconcertanti che però non stonano mai nel mix: anzi, si vede che è un album lavorato con estrema cura. E le collaborazioni sono importantissime: oltre al già citato Pharrell, ci sono Beyoncé (che fa i cori: un’assurdità), Kendrick Lamar, Jamie XX, James Blake, Johnny Greenwood. Insomma, una grande produzione che ha coinvolto artisti da ogni scena: anche per questo potrebbe essere l’album migliore di quest’anno. Aspetteremo il verdetto dei Grammys.

 

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